Trump boicottato da Tik Tok: la campagna elettorale inizia con un flop clamoroso

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Sicuramente Donald Trump si aspettava il solito bagno di folla ad accoglierlo per il suo primo comizio in vista delle prossime elezioni, ma l’arma utilizzata dal Presidente degli Stati Uniti per salire al potere e per omologare la mente degli americani, ovvero i social, gli si è rivolta contro. Ormai sappiamo benissimo come Twitter sia un mezzo indispensabile per chiunque faccia politica, poiché quando si ha la necessità di comunicare qualcosa al popolo basta utilizzare la piattaforma, mentre un tempo venivano convocate conferenze lampo, con tanto di giornalisti chiamati ad ascoltare e riportare le parole annunciate.

Oggi però siamo giunti ad una ulteriore evoluzione che ha portato Donald Trump ad un imprevedibile flop nel suo primo comizio tenutosi a Tulsa, Oklahoma. Tutto è iniziato giorno 11 giugno, quando l’account Twitter @TeamTrump ha invitato i suoi sostenitori a partecipare al comizio, dove per avere i biglietti gratis e sul proprio telefono era necessario registrarsi online.

L’invito diventa virale e viene condiviso da migliaia di fan del K-Pop, che hanno chiesto a tutti di registrarsi all’appuntamento per poi disdire. Come se non bastasse, la stessa sera dell’annuncio Mary Jo Laupp, 51 anni di Fort Dodge (Iowa), con un video ha invitato tutti a prenotare i biglietti per poi annullare tutto. Il suo video riceve 2 milioni di visualizzazioni e oltre 700mila mi piace e così almeno 17mila biglietti vengono prenotati.

Intanto su Tik Tok, social network cinese lanciato nel 2016 e disponibile in oltre 150 paesi, è partito un boicottaggio parallelo a quello del K-Pop. Qualche giorno prima del comizio di Trump arrivano sempre attraverso i social una serie infinita di finte giustificazioni, improvvisi cambi di programma, auto senza benzina, emicranie insopportabili e gatti malati. Tutte scuse postate dai ragazzi attraverso dei video che sono stati successivamente cancellati nel giro di 24/48 ore.

Il risultato è dato da una lunga serie di biglietti fantasma, due terzi del palazzeto completamente deserti, per un risultato di soli 6200 partecipanti su 19mila posti totali. Tuttavia Trump non si è lasciato scoraggiare dagli oltre 12mila posti vuoti e ha tenuto comunque il suo discorso di un 1 ora e 40 minuti, dove non è stato fatto alcun cenno nei confronti di George Floyd ma si è tornati nuovamente sul tema coronavirus, definito dal Presidente con il termine “Kung flu”, alludendo ad un gioco di parole tra Kung Fu, le arti marziali cinesi e l’influenza (flu in cinese).

Infine vi sono state delle dichiarazioni che hanno scatenato ulteriori polemiche, poiché Trump ha affermato di voler rallentare i test per il Covid per fare in modo di diminuire i contagi negli Usa. Dichiarazioni che hanno giustamente sollevato un polverone di polemiche e che non avranno certamente messo l’attuale Presidente degli Stati Uniti in una posizione migliore rispetto all’attuale favorito Biden.

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