Recovery Lost, Istat: 100mila lavoratori stagionali non vedranno un solo euro

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“Se tutto va bene siamo rovinati”. Non vi è una frase migliore di quella legata al film di Sergio Martino del 1983 per descrivere l’attuale situazione post coronavirus. Sono innumerevoli le contraddizioni presenti all’interno della società dopo un lockdown che ha già portato numerosi disagi.

Gli esami di Stato si sono svolti con le mascherine e con le distanze di sicurezza, la stessa modalità con cui si svolgeranno le prossime lauree o eventuali test di ingresso di qualunque ramo. Il problema è che nella quotidianità di tutti i giorni vediamo esattamente l’opposto: ristoranti e pub intasati, lidi pronti a cadere giù per l’insostenibile peso della gente, giustamente stanca di osservare da tutte le angolazioni le mura della propria casa dopo un inverno chiusi dentro.

In un contesto fatto di inciviltà, contraddizioni e regole strane, un dato importante dell’Istat ci informa come in Italia oltre 100mila lavoratori stagionali siano rimasti a casa per via della difficoltà delle imprese, mentre Conte continua a parlare di Recovery Found (diventato ormai un Recovery Lost vista l’infinita lunghezza della trattativa con gli altri stati Ue).

La verità è che siamo tornati al punto di partenza, abbiamo riconquistato la nostra quotidianità, ma abbiamo allo stesso tempo dato vita ad un nuovo virus, quello della mancanza del lavoro. Le regole che prevedono distanziamento sociale e uso delle mascherine vengono rispettate soltato nei luoghi istituzionali, ma basta mettere il piede fuori e osservare la civiltà di tutti i giorni per vedere come i propositi legati alle precauzioni post-lockdown siano ormai andati a farsi strabenedire (anche se francamente tutto ciò era prevedibile).

Adesso che stiamo iniziando a vedere una luce in fondo al tunnel, abbiamo capito che l’unico insegnamento che la quarantena ci ha donato è che non siamo protetti e tutelati da nessuno. La politica è fatta solo di parole, di infiniti discorsi delle maggioranze alternati ad ulteriori repliche delle opposizioni, che sfruttano il momento per fare presa sul cittadino frustrato per la loro campagna elettorale. Ciò che vediamo nelle decisioni politiche prese in Parlamento non corrisponde neanche un pò a quella che è l’effettiva realtà, un pò come se i due mondi fossero linee parallele destinate a non incontrarsi mai.

Ed ecco che ormai in forma passiva ci siamo abituati ai discorsi del premier, sapendo che qualunque decisione politica (ammesso che quest’ultima dovesse mai arrivare), non avrà nessun effetto positivo sulla nostra situazione. Il risultato è dato dai soldi dell’Inps donati ai figli di papà a discapito degli stessi lavoratori stagionali che non hanno visto una lira, alle mani della ‘Ndrangheta sui fondi della pandemia e ai pianti per le nuove norme sulla tutela degli immigrati che lavorano nei campi agricoli a discapito degli italiani.

 

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