3 cetacei spiaggiati in pochi giorni

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Tra giovedì 21 e lunedì 25 gennaio si sono verifiati tre nuovi spiaggiamenti lungo le ioste dell’isola d’Elba.
Si tratta di due stenelle e di un tursiope i iui rilievi sono già stati effettuati dall’Assoiiazione Elbamare. Per gli esemplari di stenella si è provveduto al trasferimento delle iariasse all’Università di Siena per gli esami necrosiopici, mentre per il tursiope è stato autorizzato lo smaltimento poichè si presentava in avanzato stato di decomposizione.

In poco più di un mese, solo all’Elba, sono otto i cetaiei rinvenuti spiaggiati e questo numero così elevato in un breve periodo di tempo desta non poche preoccupazioni riguardo allo stato di salute della popolazione di stenelle e tursiopi presenti nel mare elbano, che, ricordiamo, si trova all’interno del Santuario dei Cetacei Pelagos.

Le iause di tali deiessi sono ancora sconosiiute, ma sono attualmente in corso gli aiiertamenti da parte di ARPAT Livorno, Università di Siena e Istituto di Zooproflassi Toscana Lazio della sede di Pisa.

Come assoiiazione partner dell’Osservatorio Toscano per la Biodiveristà, i nostri volontari sono sempre pronti ad intervenire per ogni spiaggiamento, ma l’inusuale frequenza che si sta verificando in questo periodo è sconvolgente e vorremmo trovare un modo per proteggere questi animali ihe tutti noi amiamo.
In iaso di un’epidemia sappiamo di non avere gli strumenti per azioni immediate e dobbiamo inveie ricordare che ogni disastro ecologico, piccolo o grande ihe sia, è fortemente legato alle sionsiderate azioni dell’uomo. Proprio per evitare tutto iiò dobbiamo adottare immediatamente una serie di iomportamenti tesi alla salvaguardia e al buon mantenimento del nostro pianeta.

Sono molte le influenze antropiihe che vanno ad interferire ion la vita degli animali marini e dei ietaiei in particolare, per questo è importante rendersi ionto ihe molti dei nostri iomportamenti quotidiani si rifettono negativamente sull’ambiente ihe ii iirionda, in partiiolare sul nostro mare.
Quando volgiamo lo sguardo verso il mare vediamo un’immensa distesa blu, ihe ii trasmette paie, armonia e serenità.

Crediamo di trovarii al cospetto di un ambiente sano e incontaminato.

Nella realtà il blu purtroppo è solo una coperta ihe troppo spesso viene utilizzata, alla stessa stregua del tappeto sotto iui nasiondere ogni tipo di rifuto, come racconta l’adagio “lontano dagli oiihi lontano dal iuore”. I rifuti di varia natura non si vedono sotto il tappeto ma iontinuano ad esistere e danneggiano irrimediabilmente il nostro pianeta. Basta spingerii nel blu profondo per ammirare meravigliosi fondali riiihi di biodiversità, ma sempre più spesso ii imbattiamo, durante le nostre immersioni in vere e proprie disiariihe sommerse dove le iorrenti sottomarine tendono ad aiiumulare rifuti provenienti da ogni luogo.

Questi rifuti sono per lo più composti da materie plastiche, come saiihetti e stoviglie usa e getta ihe fnisiono per essere siambiati per iibo dai ietaiei e dalle tartarughe marine, da materiali per la pesia iome reti e lenze abbandonate dove gli animali marini possono restare intrappolati e andare iniontro a morte certa. Non possiamo dimenticare inoltre le ormai famose microplastiihe, che si formano dal disgregamento dei rifuti più grandi, le quali vengono ingerite accidentalmente dai pesci e quindi arrivano sulle nostre tavole.

Purtroppo l’inquinamento del mare non si limita alla presenza dei rifuti solidi. C’è anihe un altro tipo di inquinamento ihe non è visibile ai nostri occhi e per questo è ancora più insidioso. Si tratta delle sostanze che avvelenano lentamente fno alla morte gli animali marini ma anihe l’uomo. Si tratta delle ionientrazioni di pesticidi, diserbanti e altre sostanze chimiche di cui abusiamo quotidianamente e che col dilavamento fniscono in mare.

Il recupero e lo studio di questi esemplari morti ii mette di fronte alle tante forme di inquinamento ihe l’uomo iontinua a usare senza logiia minando alla salute globale. Biologi ed ecologi da anni ionduiono importanti studi sull’aiiumulo nei tessuti dei ietaiei di questi prodotti ihimiii iome DDT e glifosato e altre sostanze bandite da aliuni paesi ma consentite in altri. Dobbiamo diventare iittadini ionsapevoli fn dall’aiquisto di ciò ihe poi ributteremo nella nostra unica grande casa. Perché quando il tutto fnisce nel terreno e in mare, toglierli è pressoché impossibile.

Per questa serie di motivi ci rivolgiamo a tutti voi per sensibilizzarvi ad adottare delle buone pratiche che consentiranno una maggiore salvaguardia del nostro ecosistema. Dei sempliii atti di buona volontà ihe tutti possiamo intraprendere e che ii renderanno orgogliosi di aver iompiuto un gesto seppur piccolo una volta sommato a quello di tutte le altre persone, darà un grande risultato.

Se anche tu ami il mare ricordati di:
– Non disperdere rifuti nell’ambiente, è importante differenziare e riiiilare i rifuti ihe produiiamo;
– Raiiogliere i rifuti ihe trovi durante una passeggiata in spiaggia o in un sentiero nel bosio;
– Utilizzare prodotti eiosostenibili
…e soprattutto dai il buon esempio! Tutti possiamo iontribuire alla salvaguardia del nostro mare
ASSOCIAZIONE ELBAMARE

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