In edicola “Luci di Ljubljana” di Patrizia Dughero

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2007

E’ uscito quest’estate il libro di poesie “Luci di Ljubljana” (stampato con i caratteri di Myostis Ibiskos editrice) di Patrizia Dughero, autrice nata è nata a Trento, ma elbana di adozione, dal momento che ha completato gli studi liceali proprio a Portoferraio, avendo seguito il padre che, all’epoca, era comandante della scuola Allievi della Guardia di Finanza di Viale Manzoni. E all’Elba è sempre rimasta affezionata, avendo proprio qui le sue amicizie liceali. Conseguita la laurea in Discipline delle Arti, (DAMS), presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, dove ha conseguito pure un Master come Operatore nel settore Moda e Design,  lavora oggi come  restauratrice muraria e di affreschi in importanti cantieri della città universitaria, Bologna, dove attualmente risiede con il marito. Ma è la poesia la sua “vera” passione. Ha pubblicato, in numerose antologie, molte liriche; è stata selezionata, ra l’altro, al Premio internazionale Filari in Versi, con una poesia in lingua friulana. Si è imposta anche al Premio internazionale di Capoliveri Haiku 2010, il concorso letterario organizzato e diretto dal poeta romano Giorgio Weiss. Recentemente ha vinto la sedicesima edizione del premio internazionale di poesia Renato Giorgi con il libro “Le Voci della Luna”. Ma veniamo al libro “Luci di Ljubljana”. Scrive Monia Balsamello nella prefazione al volume di 92 pagine: “La raccolta di poesia dell’autrice fruilana nasce dalla scoperta e analisi di alcuni fatti del passato che appartengono alla famiglia paterna”. Il fatto di dover seguire il padre che, per ragioni di lavoro, era destinato a spostarsi in lungo e in largo sulla Penisola ha determinato in lei una specie di “ossessione” di ricostruirsi una identità in cui riconoscersi e ha sviluppato quasi una “sindrome” di mancanza di radici; per questo la poetessa va ad attingere la propria ispirazioni a episodi che risalgono alla sua infanzia, alla sua fanciullezza; dove l’Elba ha rivestito e ricoperto un ruolo importante per la sua formazione culturale e non solo. Insomma come si legge nella prefazione: “Una raccolta di poesie affascinante, rapida e silenziosa. Densa. Una silloge da tenere in tasca e non nel cassetto, per tirarla fuori ogni volta che il cuore lo comanda”.

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