Il divano e il televisore rappresentano da oltre cinquant’anni, ovvero da quando la televisione si è assicurata un posto d’onore nelle nostre case ed il suo consumo è diventato un fenomeno di massa, un binomio indissolubile, una “scatola” sempre accesa che ci cattura e condiziona le nostre esistenze e a cui è difficile non prestare ascolto. Massimiliano Lenzi, giornalista esperto di televisione, da anni lavora nelle redazioni di programmi televisivi di successo, con il suo “C’è posto per te” in libreria per i tipi di Vallecchi (pp.144, Euro12,50) nella nuova collana I Saggi, ci accompagna dietro le quinte come in un viaggio nell’aldilà, attraverso i gironi della Commedia dantesca e ci rivela il suo percorso nell’osceno, nel nascosto della nostra contemporaneità dove il “tengo famiglia” è scomparso e ha lasciato spazio al c’è posto per te, lì dentro, la televisione, possibilmente per finirci dentro.
“ E’ giusto concepire Inferni o Paradisi, giudicare alto o basso – scrive Carlo Freccero nella prefazione- buono o cattivo un prodotto come quello televisivo che non è soggetto in sé né a canoni estetici, né morali? In televisione ha valore non ciò che è giusto o sbagliato, bello o brutto, alto o basso, ma ciò che funziona. Secondo me un prodotto di successo è , a suo modo, sempre un prodotto alto. Non esteticamente o moralmente, ma proprio perché funziona. E far funzionare un programma implica professionalità e intuizione”. Tra i personaggi evocati nel viaggio dantesco dentro il piccolo schermo, Mike Buongiorno è Virgilio, Maurizio Costanzo è Caronte, Bruno Vespa – Ciacco, Walter Veltroni è Erisittone e Silvio Berlusconi il Marco Lombardo.
L’autore
Giornalista, Massimiliano Lenzi ha lavorato per sei anni nella redazione di “Otto e mezzo” di Giuliano Ferrara, su La7; collabora con Il Foglio, Tempi, Il Secolo XIX e L’Unione Sarda. Dallo scorso anno è nella redazione di Anno Zero di Michele Santoro.
In allegato la prefazione al testo di Carlo Freccero.