Un poeta contemporaneo che oscilla tra metafisico e surreale: Rinaldo Bigi, artista pietrasantese, si presenta con il suo ricco ventaglio di creatività a Londra, all’Istituto Italiano di Cultura, dal 18 ottobre al 6 novembre, con la mostra “Il sole delle mie radici”, promossa in collaborazione con Imago Art Gallery e realizzata con il sostegno della Fondazione Henraux che, per la prima volta dalla costituzione, nell’aprile di quest’anno, varca i confini con il significativo evento culturale. La singolarità della ricerca di Bigi sta tutta nella sua innata identità di pittore e di scultore; un dualismo forte, una narrazione emotiva sempre alla ricerca di sperimentazione. “Se da un lato le solari sculture si collocano in una dimensione diurna, giocosa e ludica – spiega il critico Gabriella Belli – dall’altro gli introspettivi pastelli e tutta la sua pittura gravitano nell’opposta dimensione notturna del sogno”. Le sue opere sono popolate di personaggi, animali o elementi astratti, frutto di una visione onirica in cui anche l’ironia lascia la sua impronta. La vitalità dei soggetti è esaltata dall’uso del colore, da un profondo plasticismo. Nel percorso espositivo saranno presentate 6 sculture, marmi e bronzi, 6 pastelli su carta e 12 pitture su tela. Opere recenti, tra le quali vi sono originali incisioni su marmo con inserti in mosaico.
“L’esperienza umana, non solo artistica, di Rinaldo Bigi è profondamente radicata nella tradizione artigiana degli studi e dei laboratori di marmo della Versilia che fin da ragazzo aveva conosciuto seguendo il padre – afferma il presidente della Fondazione Henraux Paolo Carli – una tradizione di mestiere che richiede lavoro duro e inflessibile, che pretende pazienza, dedizione, un lungo tirocinio soprattutto da chi vuole penetrare i segreti del marmo per trasformare la materia grezza in un’idea compiuta. Così Bigi è ancora oggi fortemente legato alla manualità che per lui è condizione irrinunciabile nell’esecuzione delle sue opere, soprattutto quelle in marmo”.
Bigi sin dal suo esordio, nel 1968, s’impone all’attenzione del pubblico e della critica con costante apprezzamento. Ha ripetutamente esposto in musei e gallerie private di molti paesi americani, asiatici ed europei, in mostre e rassegne internazionali ed è presente in numerose collezioni pubbliche e private.
“Ho accolto con piacere l’invito dell’Istituto Italiano di Cultura – dice l’artista – insieme a Imago Art Gallery e alla Fondazione Henraux mostro volentieri i sogni e i turbamenti della mia creatività portando un po’ di Versilia oltre confine”.
Un ricco catalogo, pubblicato grazie alla Fondazione Henraux e stampato da Bandecchi e Vivaldi, accompagna l’esposizione.