«Il caro traghetti uccide le imprese»

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Un peso che si ripercuote su tutto: imprese, generi di prima necessità, cittadini. Il costo del trasporto su nave è il problema numero uno per l’economia isolana. Lo sanno bene le imprese – ormai superiori a quota trenta con circa 400 dipendenti – iscritte a Confindustria. L’associazione da sei mesi è operativa all’Elba e ha voluto sottolineare, in questo primo giro di boa, quali sono le richieste del territorio e delle aziende nella fase di transizione relativa a Toremar. La posizione è pressoché condivisa da tutti, in linea con quella ribadita all’assessore regionale ai trasporti, Riccardo Conti: abbassare le tariffe.
«Il tema della continuità territoriale – spiega Umberto Paoletti, direttore di Confindustria – si lega inevitabilmente a quello dei costi eccessivi che il territorio e le imprese sono costretti ad affrontare. Un caso su tutti è quello della tassa o tariffa di smaltimento dei rifiuti sulla quale incide pesantemente il trasporto». «L’effetto dei costi elevati dei trasporti – aggiunge Tiziano Nocentini – è duplice, da un lato grava sull’economia turistica del territorio, dall’altro si ripercuote sulle aziende e sui cittadini residenti che, a cominciare dai prodotti alimentari, sono costretti ad affrontare spese maggiori». Ma non è l’unico tema. «Riteniamo che da parte delle istituzioni – prosegue Paoletti – non ci sia un’adeguata valorizzazione dell’economia elbana che non si riduce alle attività legate al turismo balneare, ma ha una dignità diversa e, geograficamente, una posizione baricentrica che può favorirne un ulteriore sviluppo». Uno sviluppo che Confidustria vuole sostenere anche attraverso un proprio impegno diretto sul fronte dei collegamenti, a cominciare da quelli aerei attraverso la collaborazione con Elbafly.

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