“Il massacro più sanguinoso degli ultimi anni”. Così il capo della polizia di Peten, descrive il ritrovamento di ventisette cadaveri, morti in una guerra fra narcotrafficanti.
In una fattoria al confine fra Messico e Guatemala, venticinque uomini e due donne sono stati trovati morti. In un primo momento, nessuna pista era esclusa. Oggi, a due giorni dall’individuazione, la rivalità fra bande sembra la tesi più accreditata. Fra i sospettati anche il padrone dello stabilimento il cui fratello morì nel 2008, coinvolto in traffici di droga. Non è la prima volta che in questa zona dell’America Latina avvengono omicidi legati alla compravendita di stupefacenti. Dal 1970 in Guatemala si contano più di duecentomila morti, per cui molti casi rimango ancora irrisolti. Nel dicembre dell’ anno scorso il governo ha intensificato i controlli nelle città di confine con il Messico, crocevia del traffico internazionale. “Una situazione mai vista prima” dichiara un console guatemalteca in Messico.
In un comunicato le autorità di sicurezza dichiarano che le persone della fattoria hanno subito torture. Per molti osservatori, i morti fra narcos sono di più rispetto a quelli della trentennale guerra civile.
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