Anche quest’anno, Il Presidente della Repubblica ha invitato i familiari delle vittime del terrorismo alla celebrazione della “Giornata dedicata alle vittime del terrorismo” che si terrà a Roma Sabato 9 Maggio 2009 presso il Palazzo del Quirinale.
Come ho già dichiarato in passato, e sono passati alcuni anni, non ho alcuna intenzione di partecipare a cerimonie celebrative in ricordo delle vittime del terrorismo se non verrà prima concluso un percorso che dia loro la verità e la giustizia che da troppi anni attendono: per quanto riguarda l’assassinio di mio padre Lando Conti da parte delle Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente, dopo ventitre anni non se ne conoscono ancora gli esecutori materiali. Ma non basta: da qualche mese la Procura di Firenze ha anche deciso di archiviare il caso…
Per contro le Istituzioni della Repubblica Italiana hanno finora dato miglior tutela agli assassini ex terroristi che non a noi, familiari delle vittime del terrorismo, costretti ad assistere a dichiarazioni enfatiche di questi cattivi maestri spesso messi in cattedra, costretti ad esporci in prima persona per tutelare inutilmente i nostri diritti, costretti ad un dolore reso ancor più grande da una incomprensibile mancanza di rispetto per coloro che morirono per uno Stato che, di fatto, li ha rinnegati.
Mi permetto quindi di rivolgere alla Presidenza della Repubblica due “appunti”, uno sostanziale e uno di carattere formale.
Ormai da due anni ho scritto al Presidente della Repubblica per chiedere un “lavoro decoroso” per una giovane vittima del terrorismo: Silvano Burri, filgio di Lia Serravalli (Lia, nell’esplosione, perse le figlie Sonia di 7 anni e Patrizia di 18 anni, le la sorella Silvana di anni 34 col bimbo che portava in grembo).
A tutt’oggi non ho ricevuto comunicazione dalla Presidenza della Repubblica circa l’avvenuta assunzione di Silvano.
Mentre così lo Stato si propone con insistenza la riabilitazione degli ex terroristi (), con altrettanta puntualità si dimentica delle proprie vittime.
Bei discorsi, parole di altissimo valore morale e prese di coscienza degli errori commessi, non sono serviti a far prevalere la cultura dei “fatti e non parole”…
Anche quest’anno non ho ricevuto l’invito a partecipare alla Cerimonia del 9 di maggio. Mi è stato detto che la Presidenza della Repubblica ha inviato gli inviti ai Presidenti delle Associazioni delle vittime. Ma chi, come me, non è iscritto a nessuna associazione ? Nessun invito….
Non mi pare che rientri nei poteri del Presidente della Repubblica “obbligare” i cittadini ad iscriversi ad una associazione. Penso, francamente, che questa scelta sia sbagliata perché tende a dividere le vittime del terrorismo e della mafia catalogandole in: vittime di seria A e vittime di serie B.
A tal riguardo non voglio parlare della scelta del presidente della Repubblica di invitare alla cerimonia di quest’anno anche la vedova di Pinelli. La scelta si commenta da sola…
A questo punto mi nascono però alcune riflessioni.
Quando dobbiamo ancora tollerare, sopportare e soffrire ?
Quanto Lia Serravalli e suo figlio Silvano dovranno lottare per avere i propri diritti riconosciuti ?
Quali sono i fatti concreti che questo Stato e le Istituzioni hanno fatto in questi ultimi anni per noi, umili familiari delle vittime del terrorismo e della mafia ?
Sabato 9 maggio 2009, pensando a mia mamma e ai miei fratelli e a mia nonna, dirò: papà, valeva la pena sacrificare la vita per tutto questo ?
Mi unirò, quindi, in un abbraccio virtuale a tutti i caduti delle Forze dell’Ordine e alle loro famiglie. A loro, e solo a loro, devo una riconoscenza sia per la vera solidarietà e vicinanza mostrata in questi anni e sia per tutto quello che fanno giornalmente per mantenere ordine in questa …. italietta.
Dott.
Lorenzo Conti
IL GIORNO DELLA MEMORIA
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. Anche quest’anno la giornata dedicata alla memoria rischia di svolgersi come negli anni passati, cioè in modo retorico, continuando a prediligere la celebrazione a scapito della conoscenza: si ricorda e contemporaneamente si rimuove. E soprattutto si tralasciano tutte le altre shoah del mondo che vedono ridotti a martiri minoranze oppresse come i rom, i sinti, i testimoni di Geova, gli omosessuali. Si continua a documentare la follia hitleriana e non se ne ricercano le cause vere che purtroppo hanno coinvolto interi popoli. Si parla di nazifascismo senza distinguere le profonde diversità tra i due movimenti. Si banalizza sulle cause che non furono da attribuirsi ad una ventata di pazzia, ma al contrario esse maturarono in ambienti politici dell’epoca, economici, religiosi, culturali ed esoterici. Siamo così bombardati da immagini, precise nei dettagli, agghiaccianti, condite da commenti politicamente corretti, ma di una semplicità sconcertante. E questo bombardamento si è intensificato negli ultimi anni soprattutto nelle scuole. Ci si dimentica che nel recente passato, e purtroppo anche oggi, si è giunti ad ipotizzare vicinanze tra l’attuale politica d’Israele e la Germania nazista. Vittime e carnefici sullo stesso piano anche se in tempi diversi, e ciò è riprovevole e inaccettabile. Distorsioni dovute all’avvelenamento mentale prodotto da cattive e mal digerite ideologie. Si giustificano movimenti terroristici come hezebollah e hamas e non si comprendono le ragioni di Israele che ha in ballo la sua stessa esistenza. Diciamoci la verità: c’è ancora una parte d’umanità, e non solo europea, che mal digerisce l’esistenza dello stato democratico d’Israele e tende costantemente a delegittimarlo; delegittimazione che significa annullamento. Non si affrontano seriamente le problematiche legate ad un antisemitismo tuttora diffuso ed estremamente pericoloso. Eppure i fatti sono sotto gli occhi di tutti, ma chi ricorda l’amichevole incontro tra Hitler e il Gran Muftì di Gerusalemme? Chi ricorda che la prima intifada in Egitto fu finanziata dal nazionalsocialismo? Chi ricorda i battaglioni arabi inquadrati nell’Asse che si fregiavano della svastica tra due foglie di palma? Ricordi inquietanti che vengono rimossi a tutto vantaggio dell’ideologia nazislam che continua a seminare morte e odio. Si insiste nel descrivere nel dettaglio la vita e la morte nei campi di sterminio e mai ci si domanda seriamente perché sia successo tutto questo proprio nella civilissima Europa. Non ci si sforza di capire e di spiegare: è più semplice e più comodo dare la colpa alla ventata di follia e tollerare che in tutto il mondo vengano bruciate le bandiere di Israele. Per l’islam invece c’è oggi un atteggiamento ben diverso, si cerca di comprenderne la cultura (?), s’incoraggia la lettura del Corano, magari allegandolo a quotidiani, si cercano giustificazioni, eppure i fondamentalisti dell’islam vorrebbero, non solo la morte di Israele, ma la nostra civiltà distrutta e un califfato in Europa, pardon in Eurabia. E non si limitano a volere a parole la distruzione della nostra civiltà occidentale, materialmente hanno già iniziato a colpire, dalle Torri Gemelle a Beslan, dall’uccisione di Theo Van Gogh agli attentati a Londra, Madrid, ecc. Allora, giornata della memoria sì, ma non solo celebrativa, ma di studio sulle cause, sui motivi, quelli veri: dall’intolleranza religiosa all’alibi economico, dai piani esoterici del nazismo all’intolleranza di razza. Anche giornata della memoria per tutte quelle stragi, superiori di numero, che il comunismo ha perpetrato contro l’umanità. E memoria per le minoranze vessate da Hitler e vessate anche oggi dai cittadini onorabili: rom, sinti, omosessuali, testimoni di Geova. Una giornata della memoria che dovrebbe anche spiegare le ragioni dell’esistenza dello stato d’Israele. Dare una mano a Israele oggi aprendolo all’Europa e sostenendolo in ogni senso è ricordare degnamente la Shoah! Una giornata della memoria che dovrebbe vedere l’intera civiltà occidentale schierata a sostegno della guerra globale contro il terrorismo nella quale il popolo d’Israele da decenni è in prima fila anche per affermare il proprio diritto ad esistere.
E come negli anni passati la Cesareviviani ha voluto dedicare l’incontro del 27 gennaio, che si terrà a Lucca presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane alle 17.00, ad una riflessione sul Giorno della Memoria.
Vittorio Baccelli