Polonia: i giudici di tutta Europa marciano in silenzio contro il governo polacco

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Applausi scroscianti a Varsavia, la capitale della Polonia.
Sono per i giudici e magistrati di tutta Europa, molti dei quali vestiti con la toga, che questo sabato hanno marciato in silenzio in segno di solidarietà con i colleghi polacchi che protestano contro un disegno di legge che permetterebbe al governo di licenziare i giudici di non gradimento.

Dal microfono del palco, dichiara Tomasz Marczynski, Vicepresidente dell’associazione dei giudici polacchi “Iustitia”:
“Oggi non ci sono manifestazioni con molti discorsi, non ci sono slogan, non ci sono canti. Oggi abbiamo fatto una marcia silenziosa. E spero che la Polonia e l’Europa abbiamo ascoltato il nostro silenzio”.

Il governo contro la “casta” dei giudici

Il governo polacco sostiene di voler mettere ordine in un sistema giudiziario dominato da quella che descrive come un “casta” di giudici privilegiati e talvolta corrotti.

Il giudice della Corte Suprema irlandese John MacMenamin, che rappresenta il giudice capo del suo paese e l’Associazione dei giudici d’Irlanda, ha detto che la giustificazione del governo polacco non è convincente.

“”È passato molto tempo da quando la Polonia è tornata libera. Non credo ci sia molta validità in questa argomentazione”, ha detto MacMenamin. “Se i giudici non sono indipendenti, non sono giudici”.

Ha detto di essere venuto a Varsavia perché l’indipendenza giudiziaria “è così fondamentale per la protezione dello stato di diritto e anche per la protezione dell’integrità dell’Unione Europea”, sottolineando che è stata l’adesione all’UE che ha aiutato l’Irlanda, un tempo un paese povero, a diventare uno dei più ricchi del mondo.

La risposta al governo del Presidente dell’associazione dei magistrati europei “Medel”, Filipe Marques, è sibilllina:”Se in un determinato paese si potesse impedire ai giudici di eseguire o applicare le decisioni della Corte di Giustizia europea, vorrebbe dire attaccare i diritti di tutti i cittadini europei, non solo polacchi”.

La legge che conferisce al governo nuovi poteri di licenziamento è stata approvata dalla Camera bassa del Parlamento prima di Natale e sarà discussa al Senato la prossima settimana.
L’UE e le Nazioni Unite hanno sollevato obiezioni al provvedimento.

Presenti anche i giudici italiani
I giudici in visita nella capitale polacca sono scesi dai gradini della Corte Suprema per applaudire e cantare “Grazie!”
La loro manifestazione di sostegno è arrivata nel mezzo di una lotta di quattro anni per proteggere l’indipendenza giudiziaria sotto il governo di destra della Polonia.

I giudici europei, raggiunti da molti giudici, avvocati e altri cittadini polacchi, hanno marciato dall’Alta Corte al Parlamento, alcuni di loro sventolando la bandiera polacca e quella dell’Unione Europea.
Il Municipio di Varsavia ha stimato che vi hanno partecipato 15.000 persone.

Un organizzatore dell’evento ha letto l’elenco dei paesi rappresentati, tra cui Germania, Danimarca, Italia e Croazia. L’applauso è stato più forte alla menzione dell’Ungheria e della Turchia, dove l’indipendenza giudiziaria è stata ridotta drasticamente negli ultimi anni.

“Siamo in una situazione difficile da più di quattro anni”, ha dichiarato il giudice della Corte Suprema Michal Laskowski, all’inizio della marcia. “Ma non siamo soli. Lo possiamo vedere oggi. Questo è molto, molto importante per noi. Sono davvero commosso”.

Fine della separazione dei poteri?

L’opposizione al governo polacco ha definito la legge come il colpo più pericoloso per le fondamenta democratiche della Polonia da quando il partito “Legge e Giustizia” è salito al potere nel 2015.
Se la legge sarà promulgata, porrà fine alla separazione dei poteri nel paese.

I giudici e i magistrati polacchi temono anche che aumenterebbe l’emarginazione della Polonia nell’Unione Europea e che potrebbe addirittura portare alla sua uscita dal blocco europeo, perché il disegno di legge darebbe alle autorità il potere di punire anche i giudici per le sentenze rispettose del diritto dell’UE.

“Spero che i polacchi non lo capiscano troppo tardi”

Tra coloro che hanno marciato sabato c’era un giudice turco: ha perso il lavoro in un’epurazione di migliaia di giudici a seguito di un tentativo di colpo di stato del 2016.
Yavuz Aydin, che ha ricevuto asilo nell’UE, ha detto che “vale la pena di lottare per lo stato di diritto, in modo pacifico, in silenzio, in modo democratico. Non capisci quanto sia importante finché non lo perdi. Lo abbiamo capito, ma è troppo tardi”, ha detto Aydin. “Spero che i polacchi lo capiscano prima che sia troppo tardi”.

Il governo di “Legge e Giustizia” ha preso il controllo del Tribunale Costituzionale polacco, del sistema della pubblica accusa e di un organo che nomina i giudici negli ultimi quattro anni. Un tribunale dell’Unione Europea ha bloccato le misure che gli avrebbero dato il controllo della Corte Suprema.

 

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