Processo Mills, Berlusconi: “Non ricordo di aver conosciuto l’avvocato”. Fermato un contestatore

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© ANSA

Milano – Come ogni lunedì il presidente del Consiglio si è recato al tribunale di Milano per affrontare i propri processi. Questa mattina Silvio Berlusconi si è presentato per la prima volta ad un’udienza del caso Mills, dove è imputato per corruzione in atti giudiziari. La sua presenza in aula ha fatto sì che i giudici revocassero la contumacia dichiarata alla prima udienza.

Durante una pausa del processo, Berlusconi ha fatto distribuire ai giornalisti alcuni estratti dal libro-intervista di Bruno Vespa Viaggio in un’Italia diversa. “L’avvocato David Mills – dichiara il premier in quelle pagine – era uno dei tantissimi avvocati di cui all’estero si era servito occasionalmente il gruppo Fininvest. Io non ricordo di averlo mai conosciuto”. Nel libro il premier spiega anche le ragioni del versamento di 600mila dollari fatto a Mills, che secondo il pm Fabio De Pasquale sarebbero serviti per indurre l’avvocato inglese a testimoniare il falso nei processi All Iberian e tangenti alla Gdf sempre a carico di Silvio Belusconi. Per il presidente del Consiglio si trattò di un “compenso professionale” che non fu dichiarato “per evitare di pagare le imposte al fisco inglese e di dover dividere questo denaro con i colleghi del suo studio, visto che aveva condotto tutte le relative operazioni all’estero e professionalmente”.

Davanti ai giornalisti il premier ha inoltre dichiarato che chiederà “una commissione di inchiesta sui magistrati milanesi”. Durante la pausa dell’udienza, l’imputato Berlusconi ha definito nuovamente i giudici “un cancro della democrazia”.

Nel giorno del processo a Berlusconi si celebra anche la giornata della memoria in onore dei servitori dello Stato uccisi dal terrorismo e dalla mafia. Sulla facciata del tribunale campeggiano tre gigantografie con i volti del pm Emilio Alessandrini e del giudice istruttore Guido Galli, uccisi dai terroristi di Prima Linea, e quella dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, assassinato su ordine di Michele Sindona.

Fuori dal tribunale un contestatore è stato fermato dalla polizia. Pietro Palau Giovannetti, presidente di “Avvocati senza frontiere” e fondatore del “Movimento per la Giustizia Robin Hood”, è stato allontanato dalle forze dell’ordine per aver urlato contro i sostenitori di Berlusconi. Dopo essere stato rilasciato, è stato lo stesso Giovannetti ha spiegare ai giornalisti come sono andati i fatti. “Stavo facendo le normali attività dell’associazione al palazzo di giustizia – ha detto l’avvocato – quando ho visto la gente con i cartelli e mi sono scandalizzato. Ho gridato che la vera malagiustizia è un’altra, che si dovevano vergognare, e subito quattro agenti della Digos mi hanno aggredito e trascinato via di forza. Dopo anche loro hanno ammesso che non avevo gridato niente di offensivo”.

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1 Commento

  1. Queste vergogne avvennero solo nell’era fascista – che schifo! – speriamo che queste vergogne facciano riflettere gli italiani

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