L’aumento di suicidi-omicidi e l’aumento di consumo di antidepressivi sono correlati.

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Dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus riceviamo e pubblichiamo

L’aggressione avvenuta ai danni del Presidente del Consiglio, da parte di un uomo in cura psichiatrica da 10 anni al Policlinico di Milano è solo la punta dell’iceberg di una sconvolgente situazione di abusi che stanno avvenendo nell’ambito della salute mentale.

Ogni dieci giorni in Italia si compie un suicidio o un omicidio, in aumento rispetto al 2000. E’ quanto rileva l’agenzia di ricerche sociali Eures e molti casi sarebbero dovuti a turbe psichiche.
I problemi psichici sono considerati la causa scatenante, ma un’analisi più profonda svela un’altra verità: molti malati psichici non arrivano a pensare di suicidarsi fino a che non assumono psicofarmaci. Le prove sono tante, e non lasciano più adito a dubbi: l’aumento di suicidi-omicidi e l’aumento di consumo di antidepressivi sono correlati.

Tra il giugno 2008 e il maggio 2009, più di 200.000 prescrizioni di Duloxetina (un antidepressivo) sono state dispensate, e il TGA ( Therapeutic Goods Administration ) ha ricevuto108 segnalazioni di reazioni avverse in cui è sospettata la Duloxetina, tra cui ben 10 casi di ideazione suicidaria (Fonte: Australian Adverse Drug Reactions Bulletin, 2009).

Il 22 Agosto 2003, la società farmaceutica Wyeth ha inviato ai medici Usa una “ Dear Health Care Professional “ , informandoli di un numero crescente di casi di ideazione suicidaria e di autolesionismo tra i bambini e gli adolescenti che stavano assumendo l’antidepressivo Venlafaxina ( in Usa : Effexor ; in Italia : Efexor ).

L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha informato gli HeathCare Professional di monitorare tutti i pazienti che assumono Chantix ( Vareniclina, in Italia: Champix, un farmaco per la cessazione dell’abitudine al fumo) per gravi sintomi neuropsichiatrici, tra cui: cambiamenti nel comportamento, irrequietezza, umore depresso, ideazione suicidaria e comportamento suicidario (Fonte: FDA, 2008).

Nel sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco, tra le ‘FAQ’ (domande frequenti) si legge chiaramente: “Comportamenti correlati a suicidio e ostilità … sono stati osservati più frequentemente in bambini e adolescenti trattati con antidepressivi, rispetto a quelli trattati col placebo”.

Gli stessi ‘bugiardini’ che accompagnano questi farmaci riportano la possibilità di questi tragici effetti collaterali.

Nel febbraio del 1990, l’articolo “Emergence of intense suicidal preoccupation during fluoxetine treatment”, nell’American Journal of Psychiatry evidenziava che l’assunzione di SSRI* può indurre pensieri e tentativi suicidari anche in coloro che prima non avevano tali idee e intenzioni. Questi pensieri spariscono a distanza di due o tre mesi dalla sospensione della terapia.

La FDA (Agenzia americana per gli Alimenti e i Medicinali), fin dal 2004, ha imposto alle industrie farmaceutiche di aggiungere una black box sulle confezioni di antidepressivi (un riquadro nero di avvertimento), perché potevano causare violenza e pensieri suicidi. Altri enti di farmacovigilanza hanno seguito questo esempio.

Da allora molti altri studi hanno confermato quanto sopra e pericoli similari sono stati identificati anche a seguito dell’assunzione di altri psicofarmaci.

La correlazione tra assunzione di SSRI* e comparsa di idee suicidarie particolarmente intense e violente, così come descritta negli articoli scientifici citati, in persone che prima non avevano mai avuto tali pensieri, la scomparsa di tali ideazioni dopo la sospensione del trattamento con SSRI (in un periodo di due tre mesi dalla sospensione), le affermazioni fatte dagli stessi pazienti in terapia, dovrebbero indurre ad esaminare il problema della causa scatenante dei suicidi con maggiore attenzione.
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani si auspica che venga avviata un’inchiesta che accerti se nel processo di autorizzazione di certi psicofarmaci siano stati sottovalutati i rischi correlati e chi ne sia responsabile, e consiglia ai cittadini di avvalersi del proprio diritto al consenso informato sugli effetti collaterali prima di sottoporsi a trattamenti con psicofarmaci.

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

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