Ministro Alfano, la sicurezza non si fa con il volontariato fuori servizio

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Il Ministro dell’Interno Alfano ha rivolto l’invito a tutti gli Agenti “a portare l’arma di ordinanza anche fuori dagli incarichi specifici e dall’orario di servizio, sollecitando alla vigilanza sempre”.
A quanto pare, il capo del Viminale non ha perso l’abitudine di fuorviare l’opinione pubblica su cosa possa o non possa effettivamente fare una categoria per la sicurezza dei cittadini, una categoria prostrata da un’età media elevatissima per le ben note, scellerate scelte degli anni passati ed alla quale si sta tentando di rimediare in modo del tutto insufficiente.
Non si sa che veste attribuire alle “sollecitazioni” del Ministro e se intenda affrontare il problema della sicurezza con una sorta di volontariato “gratis et amore dei”, passando sulla testa delle famiglie dei poliziotti portate alla soglia della povertà dalle ben note politiche governative (cioè sue) degli ultimi anni.
Non ha neppure idea del tipo di armamento in dotazione individuale a Polizia e Carabinieri che, per peso ed ingombro è tra i meno adatti ad essere portato con sufficiente discrezione fuori dal servizio e che, a causa del munizionamento da guerra che ci si ostina a far adoperare, in caso di effettivo utilizzo in ambiente urbano, rischierebbe di produrre effetti disastrosi non tanto per gli eventuali terroristi, ma anche per chi, suo malgrado, venisse a trovarsi nelle vicinanze.
Con le conseguenze che già conosciamo per gli ultimi anelli della catena, da sempre i soli a pagare.
La tardiva resipiscenza avuta sull’introduzione del reato di tortura salva di certo il Ministro dalle reiterate scelte, del tutto incongruenti rispetto all’esigenza di garantire il personale di Polizia dai continui bersagliamenti di una delinquenza che ha alzato il tiro per costringere alla resa lo Stato di diritto.
Il “Daspo” per tenere lontano i soggetti pericolosi dalle città è poi un vero e proprio “capolavoro”. Anche a voler ammettere la “fattibilità” giuridica di un simile strumento di prevenzione, quali sarebbero le sanzioni per chi lo viola? Il carcere? E lo sa il Ministro che in carcere non c’è posto perché in Italia non se ne vogliono costruire?
L’auspicio è che il Ministro la smetta di vendere fumo alla popolazione e scelga anche e finalmente di porre a capo degli uffici centrali e periferici dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza Dirigenti di comprovata competenza, rimuovendo immediatamente e per sempre chi, proprio per incompetenza e contro ogni criterio di efficienza, si circonda di “yes men” per governare per ordini e senza trasparenza alcuna, dando così prova di resistenza al necessario ammodernamento di cui la Polizia ha urgente necessità.

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