Londra – L’Ambasciata Russa in Italia ha pubblicato un post sulla sua pagina facebook relativo alle armi, in particolare quelle con uranio impoverito (L26 (CHARM 1 e L27A1 CHARM 3), fornite dalla Nato all’Ucraina.
Ecco il testo del post:
“Le forniture di armamenti stranieri a #Kiev – che quanto a entità non hanno precedenti – hanno portato alla formazione di piattaforme del mercato nero, tra cui siti sul dark web, in cui si possono vedere annunci per la vendita di sistemi anticarro portatili #Javelin, di droni kamikaze di ultima generazione Phoenix Ghost, di sistemi missilistici antiaerei a corto raggio trasportabili (MANPADS) e di molto altro ancora.
I militari italiani deceduti in seguito a patologie riconducibili ad esposizione a questi cancerogeni, sono più di 375.
COSA E’ L’URANIO IMPOVERITO
L’uranio impoverito è un sottoprodotto del procedimento di arricchimento dell’uranio. La miscela di 235U e 238U, con arricchimento maggiore in 235U della concentrazione naturale (0,7110%), costituisce l’uranio arricchito utilizzato come combustibile nelle centrali nucleari e come principale elemento detonante nelle armi nucleari.
Oltre che in applicazioni civili, l’uranio impoverito viene usato nelle munizioni anticarro e nelle corazzature di alcuni sistemi d’arma. Se adeguatamente legato e trattato ad alte temperature (ad esempio con 2% di molibdeno o 0,75% di titanio; temprato rapidamente a 850 °C in olio o acqua, successivamente mantenuto a 450 °C per 5 ore), l’uranio impoverito diviene duro e resistente come l’acciaio temprato (sollecitazione a rottura di ca. 1600 MPa).
In combinazione con la sua elevata densità, se usato come componente di munizioni anticarro esso risulta molto efficace contro le corazzature, decisamente superiore al più costoso tungsteno monocristallino, il suo principale concorrente.
Contaminazione
Quando un penetratore all’uranio impatta su un obiettivo, o quando un carro armato con corazzatura all’uranio prende fuoco, parte dell’uranio impoverito brucia e si frammenta in piccole particelle. I penetratori all’uranio impoverito che non colpiscono l’obiettivo possono rimanere sul suolo, essere sepolti o rimanere sommersi nell’acqua, ossidandosi, disgregandosi e decadendo naturalmente (emivita = 4,468 Ga: la sua radioattività è inferiore alla radiazione dell’ambiente naturale) nel corso del tempo.
La dimensione delle particelle di uranio create, la facilità con cui esse possono essere inalate o ingerite e la loro capacità di muoversi attraverso l’aria, la terra, l’acqua o nel corpo di una persona dipendono dalla maniera in cui si è polverizzato l’uranio impoverito metallico.