Sulla dispersione delle armi fornite dalla NATO all’Ucraina

L'utilizzo delle armi con uranio impoverito

Londra – L’Ambasciata Russa in Italia ha pubblicato un post sulla sua pagina facebook relativo alle armi, in particolare quelle con uranio impoverito (L26 (CHARM 1 e L27A1 CHARM 3),  fornite dalla Nato all’Ucraina.

Ecco il testo del post:
Le forniture di armamenti stranieri a #Kiev – che quanto a entità non hanno precedenti – hanno portato alla formazione di piattaforme del mercato nero, tra cui siti sul dark web, in cui si possono vedere annunci per la vendita di sistemi anticarro portatili #Javelin, di droni kamikaze di ultima generazione Phoenix Ghost, di sistemi missilistici antiaerei a corto raggio trasportabili (MANPADS) e di molto altro ancora.

Questo pericoloso fenomeno ora suscita in molti Paesi gravi preoccupazioni, sebbene più volte fosse stato segnalato dai rappresentanti della Russia e nessuno avesse voluto ascoltare. Parrebbe adesso che in Italia, finalmente, si cominci a recepire quanto la situazione sia pericolosa.
È uscito Fuori dai confini, un libro di Nicola Gratteri e Andrea Nicastro. Gratteri, uno degli autori che ha dedicato la vita alla lotta alla ‘Ndrangheta, rileva come il conflitto in Ucraina costituisca per la mafia un’ottima opportunità di sviluppare il business illegale del commercio di armi.
Gratteri si chiede dove vadano a finire tutte le armi fornite all’Ucraina dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dai paesi dell’UE: guardando alla Storia, offre l’esempio delle conseguenze della guerra in #Jugoslavia, quando i criminali della ‘#Ndrangheta hanno sviluppato un commercio di armi illegale, e quindi vantaggioso, dalla regione dei Balcani. L’autore giunge alla conclusione che la stessa cosa stia verificandosi in #Ucraina.
In tal senso non si può che convenire con Gratteri; infatti, i Paesi della NATO stanno riempiendo in modo incontrollato l’Ucraina di armi. Tuttavia, in uno Stato di stampo oligarchico come l’Ucraina, le decisioni non si prendono come crede l’Europa: le armi inviate a titolo di supporto diventano fonte di introiti illeciti. Nonostante gli esperti abbiano più volte avvertito di questi rischi, i leader dei Paesi-membri della #NATO e dell’#UE, Italia compresa, nell’impeto di militaristici furori, continuano a inviare a #Zelensky “giocattoli” bellici da miliardi di dollari, i quali non solo continuano a uccidere, distruggere e inquinare l’ambiente con sostanze radioattive, ma arricchiscono i boss dei clan criminali ucraini che li smerciano.”

Ricordiamo che l’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA ha censito circa 8.000 militari colpiti dalla cosiddetta Sindrome della guerra del Golfo o semplicemente Sindrome del Golfo e poi dalla Sindrome dei Balcani che sono stati colpiti da patologie tra le quali linfomi di Hodgkin e non Hodgkin e leucemie.

I militari italiani deceduti in seguito a patologie riconducibili ad esposizione a questi cancerogeni, sono più di 375.

COSA E’ L’URANIO IMPOVERITO
L’uranio impoverito è un sottoprodotto del procedimento di arricchimento dell’uranio. La miscela di 235U e 238U, con arricchimento maggiore in 235U della concentrazione naturale (0,7110%), costituisce l’uranio arricchito utilizzato come combustibile nelle centrali nucleari e come principale elemento detonante nelle armi nucleari.

Oltre che in applicazioni civili, l’uranio impoverito viene usato nelle munizioni anticarro e nelle corazzature di alcuni sistemi d’arma. Se adeguatamente legato e trattato ad alte temperature (ad esempio con 2% di molibdeno o 0,75% di titanio; temprato rapidamente a 850 °C in olio o acqua, successivamente mantenuto a 450 °C per 5 ore), l’uranio impoverito diviene duro e resistente come l’acciaio temprato (sollecitazione a rottura di ca. 1600 MPa).

In combinazione con la sua elevata densità, se usato come componente di munizioni anticarro esso risulta molto efficace contro le corazzature, decisamente superiore al più costoso tungsteno monocristallino, il suo principale concorrente.

Contaminazione

Quando un penetratore all’uranio impatta su un obiettivo, o quando un carro armato con corazzatura all’uranio prende fuoco, parte dell’uranio impoverito brucia e si frammenta in piccole particelle. I penetratori all’uranio impoverito che non colpiscono l’obiettivo possono rimanere sul suolo, essere sepolti o rimanere sommersi nell’acqua, ossidandosi, disgregandosi e decadendo naturalmente (emivita = 4,468 Ga: la sua radioattività è inferiore alla radiazione dell’ambiente naturale) nel corso del tempo.
La dimensione delle particelle di uranio create, la facilità con cui esse possono essere inalate o ingerite e la loro capacità di muoversi attraverso l’aria, la terra, l’acqua o nel corpo di una persona dipendono dalla maniera in cui si è polverizzato l’uranio impoverito metallico.

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