All’uscita di un raduno democratico, in una Boston paralizzata dalla neve, l’ex sindaco Bernard Doyle discute con i figli adottivi Teddy e Tip, nella vana speranza che almeno uno dei due voglia continuare la sua carriera politica: ma basta un istante di distrazione e il casuale passaggio di una donna nera e della sua splendida bambina a cambiare sette vite per sempre. Concentrato come una tragedia classica nell’arco di ventiquattr’ore, “Corri” mette in scena un dramma eterno – quello di esistenze separate da decenni di segreti che tornano d’un tratto vicine – in un contesto modernissimo, di lealtà profonde che non coincidono con le attese sociali, le parentele di sangue, i legami anagrafici. Un libro che riguarda le poche cose veramente importanti per ciascuno di noi: l’essere genitori, figli, compagni; la continua ricerca della nostra reale vocazione, del nostro vero significato nel mondo; la nostra radicata e inevitabile speranza in una società più giusta.
“Corri“, di Ann Patchett (Ed. Ponte alle Grazie, trad. di Silvia Piraccini, pp. 288, euro 15,00).