Oltre il 90° – La storia di Flavio Falzetti, tornato al calcio dopo 35 cicli di chemioterapia

Flavio Falzetti è stato un buon centrocampista, oggi continua a lavorare nel mondo del calcio, in mezzo un linfoma che ancora lo perseguita, la “Bestia”, come lo chiama lui.
Con questo libro ha deciso di raccontare la sua storia in prima persona, perché crede nell’effetto taumaturgico dell’esempio e da questo alla forza di volontà per combattere patologie gravi come quelle oncoematologiche.
È tornato a giocare a calcio dopo 35 cicli di chemioterapia e nonostante la Bestia cerchi di fargli ombra da più di dieci anni lui è più forte di prima, se non nel fisico nella mente, quella che l’ha portato più volte fuori dal tunnel…
Citando Cechov potremmo dire che quella di Flavio è stata una necessità espressiva intima:

«Questa è la mia storia, la storia di un ragazzo come tanti che sta lottando contro la Bestia e non si è mai arreso. Anche adesso. Mentre scrivo sto facendo l’ennesimo farmaco che mi fa gonfiare… Voglio parlare di me, delle cose che ho fatto e di quelle che faccio. Voglio scrivere perché qualcuno possa leggere e prendere tutta la carica e la forza che mi sento e mi sono sempre sentito dentro. Io sono Flavio Falzetti e sono tornato a giocare a calcio dopo 35 cicli di chemioterapia, anche se la mia Champions League, il mio Tourmalet, la mia Haka, è stato solo un campionato Interregionale. Ma sono convinto, oggi più che mai, che senza la Bestia sarei andato lontano, avrei potuto fare una certa carriera, arrivando magari tra i professionisti, realizzando un sogno accarezzato sin da bambino. Non vivo di rimpianti, non è nel mio carattere, è solo questione di consapevolezza e quando ti curi per un linfoma da più di dieci anni, quando hai rischiato di morire, quando sei ancora in ballo dopo una remissione completa della malattia, quando ogni giorno vivi insieme con la Bestia è come se tutto intorno a te diventasse più chiaro, più nitido, più limpido, anche se, alla fine, per me lo è sempre stato. Mio padre non l’ho mai conosciuto, è morto quando avevo un anno o giù di lì, non ho alcun ricordo di lui, so solamente che è morto per una malattia come la mia. Aveva poco più di trent’anni e la Bestia se l’è portato via senza darci il tempo di conoscerci e restare per sempre uno nell’altro. Questa è la mia storia, come la volevo raccontare».

Una necessità espressiva intima per gli altri prima che per se stesso, per infondere a chi sta facendo la chemioterapia forza e speranza, per far sì che anche i giocatori dilettanti abbiano un’assicurazione per le malattie oncoematologiche e per quelle invalidanti, oltre che per gli infortuni.
Flavio, tra le altre cose, presiede l’associazione Onlus “Gianni e Valerio. Lotto per la vita” i cui scopi principali sono: diffondere notizie e informazioni medico-scientifiche sulla patologia, nonché sulle cure sanitarie attualmente considerate più efficaci, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle malattie ematologiche e sui progressi della medicina in tale settore e introdurre nel calcio dilettantistico – come già previsto per lo sport praticato a livello professionistico – la regola generale che imponga l’obbligatorietà dell’assicurazione contro le malattie oncoematologiche.
Questo libro rappresenta per Flavio Falzetti e la sua associazione uno strumento di lotta e di pressione per poter raggiungere gli obiettivi che il “guerriero di Norcia” si è posto da qualche anno a questa parte, convinto che tanta sofferenza e dieci anni di linfoma abbiano un significato più profondo che la banale e quotidiana lotta contro la malattia.
Il testo scritto a quattro mani con il giornalista aretino Francesco Caremani è anche un inno allo sport nei suoi valori più sani e profondi e al calcio come contenitore di ideali e di passioni che possono valere una vita: dalla lealtà alla voglia di lottare, anche quando sei in direzione ostinata e contraria e davanti a te c’è la Bestia.
Ma nessuno meglio delle parole di Flavio può spiegare questo libro:

«Ecco, vorrei che questo libro rappresentasse una mano tesa per chi come me ha il cancro, una mano da stringere nei momenti più difficili, quando pensi di non farcela più, quando la chemio ti scende nelle vene, quando ti cadono i capelli, quando la Bestia cerca di umiliarti, quando tutto questo ti fa vergognare, quando hai paura e nessuno a cui raccontarla, quando non riconosci l’odore della tua pelle, quando pensi “Perché proprio a me?”. Perché nessuno rimanga solo con la malattia e i propri incubi: io sono Flavio Falzetti e questa è la mia storia».

Non dimenticatelo e non dimenticate: OLTRE IL 90° – La storia di Flavio Falzetti, tornato al calcio dopo 35 cicli di chemioterapia.

Al momento di andare in stampa, l’azienda marchigiana AL.FER., specializzata in materiale edile, grazie all’interessamento del proprio titolare Giorgio Rossini, ha acquistato 750 copie che devolve interamente all’Associazione Onlus, della quale Falvio Falzetti è fondatore e presidente, “Gianni e Valerio. Lotto per la vita”.
All’associazione saranno devoluti altri proventi che matureranno con la vendita del libro.

“Oltre il 90°” è reperibile nelle librerie o direttamente presso la Casa editrice (www.bradipolibri.it).

Flavio Falzetti è nato l’1 gennaio 1972 a Norcia in provincia di Perugia. A quattordici anni gioca a calcio in Interregionale con lo Spoleto, per poi iniziare una lunga e proficua carriera con Gubbio, Camerino, Urbino, Monturanese, Taranto, Civitanovese ed Elpidiense. La vita gli sorride e concrete appaiono le prospettive per affermarsi come calciatore. Nel ’95 comincia ad accusare qualche disturbo fisico. Le analisi di routine non accertano niente di grave e lui per primo non da importanza a certi sintomi. Nel gennaio del ’98, però, durante l’incontro Riccione-Monturanese deve lasciare il campo a causa di uno svenimento e da allora cominciano i guai seri. Gli ultimi dieci anni sono stati cadenzati dalla malattia, un linfoma che sembra non voler guarire. Flavio ha sempre avuto la forza di reagire, di credere nella vita. Non si è mai arreso, neppure un istante, vincendo battaglie che sembravano perse in partenza. Il suo scopo, oggi, è quello di divulgare la sua drammatica esperienza per aiutare gli altri a non mollare mai, in nessun caso. E per affermare, a chiare note, che la speranza deve essere l’ultima a morire.

Francesco Caremani, giornalista professionista free lance, collabora con importanti testate italiane e straniere. Ha scritto dieci libri, tutti di sport, l’ultimo per Bradipolibri, a quattro mani con Alfredo Martini: “Ciclismo brava gente. Un secolo di pedali e passioni raccontato in presa diretta”. Nato ad Arezzo il 30 novembre del 1969, sposato con Lucia, è padre di Alice e Alessia.

Per contattare gli autori: 320-7764799, 348-0010207; o, eventualmente, 335-5948646 Luca Turolla, Bradipolibri.

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