È sera. La piccola Saira, giovane pachistana nata in America, ha gli occhi chiusi. Sua madre è seduta sul bordo del letto e le sfiora la fronte con la mano, tracciando parole di una preghiera del Corano, per placare i suoi incubi di bambina. Saira non le ha mai capite quelle parole, non le ha mai volute ascoltare. Sin da piccolissima, a differenza della sorella maggiore Ameena, ha sempre rifiutato con forza la tradizione. Era l’unica a indossare i pantaloni, a portare i capelli corti, a strapparsi il velo ogni volta che la obbligavano a metterlo. Sono passati anni da allora, anni in cui Saira ha lottato duramente per conquistare il bene più prezioso, l’indipendenza. Ma quando la tragedia colpisce inaspettatamente la sua famiglia, Saira capisce di non avere alternative: deve tornare alle sue radici, ripercorrere la strada del passato e deve trovare, una volta per tutte, la forza di ascoltare quelle parole del Corano e guardare negli occhi coloro che sono venuti prima di lei. Ad attenderla, tra l’America alla vigilia del cambiamento e il Pakistan sull’orlo della violenza, ci sono però segreti e tradimenti, bugie e sofferenze, sorprese e legami inaspettati.
* La bambina ribelle * di Nafisa Haji (Ed. Garzanti, trad. di Stefano Beretta, pp. 284, euro 17,60).