Una ragazza diciassettenne rimane incinta e il padre del bambino li abbandona. Comincia così la storia di Hope e Andrew, mamma e figlio che si ritrovano da subito ad affrontare una realtà fatta di dolore e povertà. Man mano che il bambino cresce, l’equilibrio di Hope si fa sempre più fragile, schiacciata dal peso delle difficoltà, finché non viene rinchiusa in un centro per malati mentali. Andrew resta completamente solo, affidato a una famiglia indifferente, e sente la mancanza di quell’amore che solamente una madre può dare, ma non per questo smette di sperare. La storia autobiografica di un bambino abbandonato diventato avvocato di successo, che dedica la sua vita a trovare soluzioni concrete al problema dell’affidamento.
“Il bambino di Hope” di Andrew Bridge (Ed. Tea, trad. di E. Bidetti e S. Sinigaglia, pp. 352, euro 12,00).