Le passioni dell’anima

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Il 1° settembre 1649, da un porto olandese, un viaggiatore straordinario si imbarca per Stoccolma. Chi invita in Svezia René Descartes è la regina Cristina, trionfatrice della Guerra dei Trent’anni, “femme philosophe”, che allo stuolo di eruditi di cui si è circondata vuole aggiungere, come culmine, il grande francese. A Stoccolma, che vive uno dei suoi autunni più gelidi e cupi, Descartes incontra amici fidati (l’ambasciatore di Francia Chanut e sua moglie Emilie), molta gente singolare (il pittore Machado, inetto nella pittura, ma poeta esperto) e moltissime malelingue. Rintanato in casa, isolato da tutti, in attesa della chiamata della regina, si rende conto che soltanto la vanità lo ha indotto al durissimo viaggio: la regina sembra aver perso interesse per lui, mentre gli si crea attorno un clima di dicerie e sospetti. A sostenere Descartes è la corrispondenza che tiene con mezza Europa, in particolare con la principessa Elisabetta, oggetto di una straordinaria passione intellettuale: a lei dà consigli filosofici, medici e politici e confida la sua speranza di ritorno. Finché, in un’alba di ghiaccio, mentre aspetta di esser ricevuto dalla regina, Descartes ha il malore che lo conduce a morte. Nella narrazione delle sue ultime ore, fatta a più voci, in un’insostenibile concitazione si affacciano tutte le interpretazioni, anche le più perturbanti. “Le passioni dell’anima” racconta tutto questo con un’impercettibile tessitura di testi autentici, interpolazioni e apocrifi, doppiando così nella scrittura una storia in cui il vero e il falso, il detto e il non detto s’intrecciano senza posa.

* Le passioni dell’anima * di Raffaele Simone (Ed. Garzanti, pp. 318, euro 19,60).

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1 Commento

  1. Grazie per la segnalazione: bellissimo libro, intelligentemente triste e allo stesso tempo ironico, pieno zeppo di spietata umanità e di umana pietas.

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