Cavo,
una piccila frazione
abitata da trecento anime
sul lembo estremo est
della mia isola.
Quattro rintocchi
del campanile di una pieve:
tre vecchie che si affrettano
a salire gli scalini del sagrato
E in piazza
uomini seduti fuori del bar
gli stessi che da ragazzo
scorgevo in spiaggia
a fare i tuffi dagli scogli.
Incanutiti e stanchi
si trascinano dietro
a discorsi improbabili,
a proposte impossibili
su chi vincerà lo scudetto
quest’anno.
Come allora si scagliavano
contro di noi, gente dell’entroterra
dell’isola, che volevano
scacciare dalla spiaggia
che invece sentivano loro:
eterno dissidio
della gente elbana.
Non si accorgono che il tempo
è passato sopra le nostre teste
come un bulldozer
o uno schiacciasassi.
Che dobbiamo affrettarci
a programmare il nostro oggi
e a dare un senso al nostro vivere
quotidiano.
da “Minimilia”, Pferraio 2012