ExoMars, l’Europa riparte per Marte il 24 luglio 2020

Continuano le missioni su Marte che con il passare del tempo diventano sempre più ambiziose

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È previsto per il 24 luglio 2020 il lancio della seconda missione ExoMars che riporterà l’Europa su Marte, questa volta alla ricerca di tracce di vita. Imparata la lezione della missione 2016, compreso l’errore che ha causato lo schianto del lander Schiaparelli, i tecnici dell’Agenzia spaziale europea (Esa) stanno portando avanti i test per la nuova missione che si preannuncia “ancora più complessa e ambiziosa“. A dirlo è il responsabile scientifico di ExoMars Jorge Vago, a margine della mostra ‘Marte. Incontri ravvicinati con il Pianeta Rosso’ al Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia.

“Il lancio della missione sarà il 24 luglio 2020, l’atterraggio il 19 marzo 2021: sappiamo anche l’ora e i minuti esatti”, afferma Vago. “Ora sono in corso i test sui modelli di qualifica dei componenti, mentre l’assemblaggio del modello di volo sarà completato un anno prima del lancio”. All’Esa si respira “la solita tensione che c’è prima di ogni missione”, nessuna ansia particolare: “la lezione l’abbiamo imparata. Dobbiamo solo assicurarci che non ci siano problemi nascosti, per evitare che si verifichi un accumulo di errori come è accaduto con Schiaparelli”.

La missione Exomars 2020 “sarà molto più ambiziosa e complicata della precedente, per questo ci sono molte più cose da testare”, spiega Vago. “Basti pensare che nel 2016 il lander Schiaparelli aveva un solo paracadute, mentre questa volta ne avremo quattro che si apriranno uno dopo l’altro. Anche il sistema di atterraggio sarà più complicato: Schiaparelli pesava 600 chili, ora siamo passati a duemila“. La missione 2016 ha dimostrato “che il paracadute supersonico funziona alla perfezione, l‘altimetro radar che ci preoccupava tanto funziona benissimo. Quello che ci ha dato problemi è stata l’unità formata da giroscopi e accelerometri: ora ne stiamo provando una diversa”.

ExoMars 2016 ha lasciato in eredità anche l’orbiter Tgo, che avrà un ruolo crucialenella missione 2020. “L’orbiter sta finendo la manovra di aerofrenaggio atmosferico con un mese di anticipo e da metà marzo sarà nell’orbita scientifica”, aggiunge Vago. “Il Tgo funziona bene e comincerà a fare il suo lavoro a inizio aprile“.

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