Da lunedì 7 marzo un laboratorio e uno spettacolo per riflettere sul ruolo della donna e dell’uomo nella comunità

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In occasione delle manifestazioni organizzate per la Giornata internazionale della donna, la compagnia Focus_2, sarà ospitata a Roma allo Spazio Rossellini, polo culturale multidisciplinare della Regione Lazio gestito daATCL, a partire da lunedì 7 marzo con i due progetti, il laboratorio Identitas: diverso o uguale a? e lo spettacolo Apparatus Matri – liberamente ispirato a “La casa di Bernarda Alba” di Federico García Lorca – in scena da venerdì 11 a domenica 13 marzo 2022. 

 “Identitas: diverso o uguale a?” diretto da Eleonora Gusmano e Ania Rizzi Bogdan da lunedì 7 a giovedì 10 marzo, dalle ore 14 alle ore 20, aperto a donne e uomini, attori, performer, danzatori, curiosi e non professionisti, tratterà il tema della comunità e del singolo al suo interno e i partecipanti potranno scegliere di essere inseriti come performer in alcuni momenti cardine dello spettacolo per interpretare la comunità del paese in cui si svolge la vicenda delle Matreie protagoniste di Apparatus Matri.

“Apparatus Matri” è un viaggio in un microcosmo distopico tra le sale di Palazzo Maya, dove abitano le Matreie: sotto i riflettori Valentina Favella, Anna Gualdo, Eleonora Gusmano e Ania Rizzi Bogdan  danno vita a un avvincente racconto imperniato sul sogno di una civiltà matriarcale, dominata dalle donne, in contrapposizione al sistema di potere della tradizione patriarcale, che vede le donne sottomesse all’autorità di padri, fratelli o mariti, nonostante lunghe lotte per la conquista dell’emancipazione e della parità. 

La pièce – liberamente ispirata a “La casa di Bernarda Alba” di Federico García Lorca racconta una sorta di “società delle donne”, una comunità al femminile creata e guidata da Mater che alla morte del secondo marito si accinge a realizzare il suo progetto, l’Operazione Angelus, con un’azione che dovrebbe portare all’affermazione delle Matreie sulla ribalta nazionale.  

Nonostante lo sguardo onnipresente di Mater, che impone loro un mondo senza uomini come soluzione al mondo maschilista da cui proviene, le sue stesse figlie Stretta, Sevizia e Utopia hanno desideri e ambizioni individuali che non riescono più sopire. Un coro grottesco di donne, le vicine, rappresenta la società femminile al di fuori di Palazzo Maya, che spia, confronta e esplora le dinamiche psicologiche delle protagoniste, mettendone in luce fragilità e sogni con un confronto all’ultimo battito d’ali.

In scena un trono imponente – ispirato all’iconografia della Madonna della Misericordia – su cui Mater è collocata con un mantello di esagerate dimensioni che diventa il palazzo, contenitore delle sue abitanti. Fuori, in dialogo con l’interno, è il luogo de le Vicine, le altre donne della piccola cittadina. Hanno sentito solo un’eco del processo storico e delle battaglie femministe, spiano e giudicano le Matreie, spaventate e affascinate dal cambiamento che rappresentano. Le musiche originali composte durante le prove da Alessandro Romano, accompagnano le protagoniste alla ricerca della loro personalità e verso un rinnovamento più autentico delle loro aspirazioni umane. Lo spettacolo si nutre inoltre dell’inserimento di performer, reclutati nel laboratorio che precede lo spettacolo, che interpretano la comunità del paese in cui sorge Palazzo Maya. Questo rende Apparatus Matri uno spettacolo aperto, in ascolto del luogo e che si concede di farsi attraversare da esperienze umane sempre diverse derivate dal loro contributo. 

“Apparatus Matri” – frutto di una drammaturgia collettiva, con la regia di Eleonora Gusmano – propone una visione utopica che si rivela in tutta la sua fragilità, a causa delle umane debolezze e inclinazioni, per cui la rigida struttura gerarchica in seno alle Matreie risponde alla volontà e alle decisioni di una sola tra loro, la fondatrice, senza tenere in nessun conto aspirazioni e desideri delle altre. 

Nel Palazzo Maya – come nella casa di Bernarda Alba, la quale, come Mater, ha peraltro sposato e “seppellito” due mariti – l’autorità della Madre è assoluta e indiscutibile: paradossalmente, pur escludendo a priori la presenza degli uomini, si perpetua un sistema di regole mutuato da quello patriarcale, in cui le (altre) donne sono costrette all’obbedienza e alla condivisione almeno apparente non solo degli averi ma anche di finalità e obiettivi. 

 “Il titolo latino “Apparatus Matri” – spiega la regista Eleonora Gusmanopunta a sottolineare, appunto, l’arcaicità di questo sistema distopico che vuole essere rivoluzionario ma degenera in senso quasi reazionario: come un immenso orologio a cucù o macchina infernale i personaggi entrano e escono dalla scena, nel passaggio da spettatori a attori di un meccanismo degenerativo immanente che sembra impossibile da fermare.

La pièce inizia in una fase cruciale per il futuro delle Matreie stanno preparando l’Operazione Angelus, irruzione sovversiva nel cuore del mondo cattolico, momento apice del disegno immaginato da Mater per mostrare al mondo la loro realtà, ma è proprio in quel momento che vengono a galla le fratture profonde nel gruppo. Le Matreie sono a un bivio, perdere quelle che hanno costruito o sacrificarsi? O forse no. Forse è possibile una terza via, ed è questa l’Utopia che vogliamo suggerire. Una nuova nascita che accolga le contraddizioni delle donne che siamo e che vogliamo diventare. E’ la deflagrazione di un sistema nato dalla privazione, un’indagine sulla relazione tra autodeterminazione e le necessità di appartenenza a un gruppo; sulle dinamiche di potere, sulla femminilità nuova avulsa da ogni stereotipo”.

Da lunedì 7 a giovedì 10 marzo: LABORATORIO TEATRALE “IDENTITAS – diverso o uguale a?”

Dalle ore 14 alle 20

Nei giorni precedenti l’allestimento dello spettacolo, la compagnia Focus_2 terrà un laboratorio teatrale sul tema della comunità e del singolo al suo interno aperto a donne e uomini, attori, performer, danzatori, curiosi e non professionisti.

L’indagine sarà articolata in due fasi: da una parte proporremo un’esperienza immersiva al fine di creare una comunità eterogenea al suo interno ma solida, gerarchica, con i propri ideali e finalità, le cui specificità (gesti, rituali, ecc), vengano individuate attraverso l’elaborazione di suggestioni e improvvisazioni di gruppo. In secondo luogo uno specifico lavoro individuale alla ricerca dell’identità del singolo all’interno di un gruppo. Che ruolo ricopriamo? Chi vorremmo essere? Chi siamo invece? Cosa sacrifichiamo di noi per essere accettati? In quale misura siamo protetti e in quale misura perdiamo la nostra libertà?

Identità: l’insieme degli elementi di differenziazione che determinano un’unicità.

Identitas: (etimologia latina) ha a che fare invece con “ciò che rende identico/medesimo”, e mette invece in risalto ciò che unisce e accomuna.

Tale radicale conflitto semantico ci è parso nodale per la natura ambivalente del singolo all’interno di una comunità.

I partecipanti al laboratorio potranno scegliere di essere inseriti come performer in alcuni momenti cardine dello spettacolo Apparatus Matri, per interpretare la comunità del paese in cui si svolge la vicenda delle Matreie, comunità femminista rivoluzionaria.

Modalitàdipartecipazione: il lavoro sarà condotto attraverso improvvisazioni, coreografie, suggestioni visive e testuali in loco o fornite nei giorni precedenti al laboratorio.

Per partecipare inviare una mail a:  compagniafocus2@gmail.com

con i seguenti materiali:

– breve video di presentazione (massimo 3 minuti da cellulare)

– testo scritto sul tema “cosa sacrifichi di te quando sei in gruppo?” Max 12 partecipanti

Costo 60 euro a persona

Da venerdì 11 a domenica 13 marzo: APPARATUS MATRI

ven. ore 20.30 – sab. ore 19 – dom. ore 17.30

Produzione Focus_2
con Ania Rizzi Bogdan, Valentina Favella, Anna Gualdo, Eleonora Gusmano
Regia Eleonora Gusmano
Collaborazione alla drammaturgia Elisa Menchicchi, Giovanna Cappuccio
primo spettatore Elisa Menchicchi
Scene e costumi Ania Rizzi Bogdan
Oggetto scenico Ambramà
Musiche e sound Design Alessandro Romano
Disegno Luci Raffaele Cerri
Sartoria Valeria Leonenko

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