Streghe all’estero

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C’era una volta una fata madrina di nome Desiderata che aveva un cuore d’oro, una mente saggia e una scarsissima capacità di fare piani a lungo termine. Così, quando Morte venne per lei, si trovò a dover lasciare la sua figlioccia nelle mani di un’altra – molto ma molto meno buona e saggia – fata madrina sostituta. Così adesso spetta alle tre streghe Magrat Garlick, Nonna Weatherwax e Tata Ogg il compito di saltare sulle loro scope (almeno quelle su cui non bisogna prendere la rincorsa per farle decollare) e dirigersi verso la lontana Genua, per fare in modo che una povera servetta strapazzata dalle sorellastre non sposi il principe dopo il gran ballo di corte. Il compito, pur sembrando abbastanza semplice, si rivelerà decisamente più complesso del dovuto. Già, perché viaggio, nani, vampiri e lupi mannari a parte, pare proprio che le servette debbano sposare i principi. Tutto ruota intorno a questo. E non si può combattere contro un lieto fine. Almeno fino a oggi.

“Streghe all’estero”, di Terry Pratchett (Ed. Salani, trad. di Valentina Daniele, pp. 270, euro 15,00).

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