Il protagonista di questo romanzo, Matteo, è un uomo sensuale senza ritegno, un giovane sovrano che si muove fra realtà finanziarie oggi così simili a imperi settecenteschi. Matteo vuole attaccare il nemico che suo padre non è mai riuscito a sconfiggere, un vecchio corrotto più forte e potente di lui, e per farlo sarà costretto a combattere anche la donna di cui è innamorato. Matteo parla d’amore – la sua pelle emana calore e futuro – e così, la sua testa manipola chi lo difende, rende succube chi gli vuole bene e gli sta vicino: i tanti personaggi che affollano questo romanzo, come un grande affresco narrativo. Lungo il racconto, una mano rimane nascosta dietro le quinte, inaspettata fino all’ultima pagina, mescola e dirige le trame fra veleni, fiori e lenzuola disfatte dai sì. Un montaggio quasi cinematografico, abile a mostrare la stupefacente ricerca estetica – il “rockocò” e le visioni immaginifiche di Norman Parkinson, Alain Delon e i set di Visconti, i maggiordomi dei gialli all’inglese e Hieronymus Bosch. Mentre sullo sfondo compare una Milano pulsante di sole ed energia come nessuno ha mai voluto raccontare.
“Il disordine”, di Carlo Mazzoni (Ed. Salani, pp. 320, euro 15,00).