Nel 1958 Gregor von Rezzori collabora alla traduzione di “Lolita” di Vladimir Nabokov. Da quell’esperienza nasce l’idea di un’impresa che Rezzori realizza soltanto una trentina di anni più tardi: un viaggio negli Stati Uniti sulle tracce di Humbert Humbert e della sua giovane seduttrice, una specie di pellegrinaggio alla ricerca dell’America del suo immaginario infantile. L’America dei cowboy e degli indiani, della natura incontaminata, dei grandi spazi. I tempi però sono cambiati e lo scenario che si offre a Rezzori è irrimediabilmente modificato: turismo di massa, chioschi di hamburger, paradisi naturali cementificati in cui le Lolite sono merce rara. Ma c’è anche un’altra faccia dell’America: Gettysburg, Harpers Ferry, i santuari di una storia che agli europei, schiacciati da un passato millenario, pare ancora incredibilmente vicina. Per Rezzori il sogno americano, quel miscuglio irresistibile di divertimento e meraviglioso infantilismo, non si è spento, e la sintesi più efficace non può essere che Las Vegas o Disneyland, nuova Gerusalemme della Terra Promessa.
* Uno straniero nella terra di Lolita * di Gregor von Rezzori (Ed. Guanda, trad. di Silvia Albesano, pp. 96, euro 12,00).