Londra – The Winstons sono il polistrumentista Enrico Gabrielli (Calibro 35, Afterhours, tour con Pj Harvej), il solista e bassista degli Afterhours Roberto Dell’Era ed il batterista degli Ufo Lino Gitto. Il 18 ottobre si sono esibiti al the London Fields Brewhouse, dopo aver registrato nuovi brani agli Tilehouse Studios di Buckinghamshire, alle porte della capitale britannica, assieme al produttore musicale Luke Oldfield.
A far da sfondo alle nuove composizioni della band un suggestivo cottage di campagna stile ‘800, emblema di un legame profondo ed intrinseco tra il gruppo italiano ed il mondo agreste: “Ogni movimento fatto dagli Winstons – ci spiega Dell’Era – è probabile sia accompagnato da una forza particolare, non saprei se interna o esterna, come se ci fosse un qualcosa in grado di assegnarci strane energie. Sta di fatto che le cose accadono, nonostante si corra sul filo del rasoio quasi costantemente, così come quando suoniamo. La scelta di registrare in un simile ambiente deriva a mio avviso da qualche inspiegabile connessione innata che gli Winstons hanno con l’ambiente rurale, un immaginario reale ed ancora fortemente vivo in Inghilterra”.
Un paese, quello in questione, ben noto sia ad Enrico Gabrielli, che qui ha trascorso molto tempo per via della sua ripetuta collaborazione con la cantautrice e musicista britannica PJ Harvey, sia al bassista degli Afterhours che ha vissuto a Birmingham per oltre 11 anni: “Per me – continua Dell’Era – tornare in questa terra, respirarne l’habitat, è come riaprire delle porte visive, uditive, comportamentali e molto altro. Una serie di condizioni emotive che in Italia non possono essere le stesse poiché rispondono a leggi diverse”.
Proprio nel Belpaese il loro disco dalle sonorità progressive e psichedeliche ha raggiunto ottimi risultati, convincendo pubblico e critica: “Il riscontro del primo disco in Italia è stato sorprendente, avendo unito pubblici diversi e di diversa età; è andato ben oltre le nostre aspettative, tenendo conto che l’idea iniziale era quella di portare la nostra musica soprattutto all’estero”.
Scritto da: Alessandra Addari