Elizabeth, una ragazza cilena di 17 anni, arrivata in Italia per seguire la madre e la sorella, ricoverata al Gaslini per una forma grave di fibrosi cistica, quando diventerà maggiorenne dovrà abbandonare gli studi e l’Italia perché priva di permesso di soggiorno, e quindi clandestina. “La legislazione attuale in fatto di immigrazione, dopo il caso di Elizabeth, è arrivata al suo paradosso” commenta Maurizio Ferraioli, responsabile ligure per l’Italia dei Diritti.
“Sarà gravissimo il disagio che subirà questa giovane donna che non appena acquisito lo status di clandestina non potrà presentarsi più in classe, non potrà assistere la famiglia e portare il suo conforto alla sorella gravemente malata”.
La studentessa è di fatto “prigioniera” della sua clandestinità, nonostante i genitori siano in Italia regolarmente, con una casa, un lavoro e non abbiano mai commesso reati. Lei però non potrà mai ottenere il permesso di soggiorno, perché vittima di un cavillo burocratico denominato “permesso per cure mediche”. Quel tipo di autorizzazione, rilasciata alla madre e al padre per poter stare vicini alla sorellina, non consente il “ricongiungimento”. Gli adulti che la detengono, pur mantenendo un impiego e pagando le tasse in Italia, non hanno la facoltà di far venire nel nostro Paese altri parenti oltre il malato.
“L’Italia dei Diritti auspica che venga modificata immediatamente la legislazione perché tale situazione, evidenziata dalla stampa su Genova, non è isolata, anzi, in Italia i casi simili sono un centinaio. È giusto reprimere chi viene in Italia per delinquere e non uniformarsi alle nostre leggi, ma è altrettanto giusto premiare quelle famiglie che da anni sono inserite nel tessuto sociale, hanno un posto di lavoro assicurato e hanno iniziato un percorso di integrazione.
Le autorità competenti, seppur nel vuoto legislativo, non devono far subire delle conseguenze ingiuste a questa ragazza. L’Italia dei Diritti – conclude il responsabile per la Liguria del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è vicina ad Elizabeth e alla sua famiglia e si augura che questa battaglia mediatica possa portare un risultato positivo”.