Ddl intercettazioni, Soldà: “Bavaglio alla libera informazione, l’approvazione della legge va fermata”

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DALL’ITALIA DEI DIRITTI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Fra proteste, urla e insulti in aula, il ddl sulle intercettazioni è passato alla Camera ieri nel tardo pomeriggio con 325 voti favorevoli, 246 contrari e due astensioni. “Combattere la criminalità in Italia diventerà sempre più difficile grazie a questo disegno di legge” dichiara Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti. “Non solo i magistrati avranno le mani legate, ma anche il diritto di cronaca e di critica da parte della stampa rischia di rimanere fortemente penalizzato.”
Fra i punti chiave del disegno ci sono il controllo delle telefonate, che potranno essere intercettate solo sulla base di <> e per un tempo massimo di trenta giorni ad eccezione dei delitti di mafia e terrorismo organizzato, il divieto di pubblicazione o di riassunto parziale di atti di indagine preliminare, il carcere da sei mesi a un anno per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni e il divieto per i magistrati di rilasciare pubbliche dichiarazioni sui procedimenti. “Il Presidente della Repubblica dovrebbe accogliere i numerosi appelli che sono in corso per fermare questo disegno, un’altra mina alla nostra Costituzione. Bisogna evitare che criminali, mafiosi e camorristi gioiscano di questo provvedimento sentendosi liberi di agire indisturbati” conclude Soldà, vicepresidente del movimento guidato da Antonello de Pierro.
Questa legge non è una legge contro le intercettazioni, non è una legge contro i giornalisti, è una legge contro il diritto di informazione e deleteria per la sicurezza pubblica, e come tale deve essere bloccata.

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