Andrà in onda dal 13 agosto, ogni giovedì in seconda serata su Rai Uno e su Rai International, il secondo ciclo di ‘Heritage’, scritto e condotto da Federico Fazzuoli e Marco Ravaglioli con la collaborazione, per due puntate, del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La trasmissione è un viaggio tra le missioni italiane che, con la loro attività di scavo e di restauro, operano in oltre cento paesi in tutto il mondo per salvare opere e siti archeologici.
Nella puntata del 27 agosto verrà illustrata la missione archeologica di Hierapolis, l’odierna Pamukkale in Turchia, dove si trova il primo parco archeo-sismologico al mondo, realizzato dalla missione diretta da Francesco D’Andria, responsabile dell’Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam) del Cnr di Lecce e docente di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana presso l’Università del Salento.
Hierapolis, importante snodo commerciale lungo la strada che univa l’Egeo con l’Asia Minore, sorge su una faglia sismica ancora attiva e ben visibile, che nel corso dei secoli ha ‘modellato’ la città a colpi di terremoti. Di qui l’idea degli studiosi: lasciare alcune delle rovine – mura crollate, pareti inclinate, resti di colonne, fregi e capitelli – quali testimonianze dei terremoti, anziché riposizionarli nella collocazione d’origine, dando la sensazione di un ‘day after’ di 2000 anni fa.
“A ricostruire la città dopo la scossa del 60 d.C.”, racconta D’Andria, “fu la dinastia Flavia che la abbellì con magnifici monumenti: il tempio di Apollo, il teatro, il Ginnasio e il complesso monumentale dell’agorà, la piazza commerciale più grande del mondo antico, opere che la nostra missione sta studiando e recuperando. Altra scosse, nel IV, VII segnarono l’abbandono, la rovina e la decadenza del centro, che nel XIII fu sommerso dall’acqua termale che depositò sedimenti di travertino scalfibile solo a colpi di martello pneumatico”.
Il percorso archeo-sismologico evidenzia le tracce di questi eventi naturali. “L’itinerario di visita inizia dalla necropoli, con i sacelli crollati, le tombe scoperchiate, i timpani spezzati che fanno pensare ad una scena del Giudizio Universale”, continua D’Andria. “Davanti al teatro giace un tappeto di basamenti, fregi, capitelli. La faglia da cui ancora esala anidride carbonica, poi, è una viva testimonianza dell’attività sismica di questo luogo, scelto dagli antichi proprio perché dotato di un accesso agli ‘inferi’”.
Proprio su una cavità naturale sorse il Plutonio dove venivano sacrificati per soffocamento i tori agli dei degli Inferi. Ma Hierapolis è un sito che conserva anche straordinarie testimonianze cristiane. Grazie alle immagini tele-rilevate i ricercatori Cnr hanno individuato la strada che conduceva i pellegrini al Mausoleo dell’apostolo Filippo, che qui subì il martirio. È stata inoltre portata alla luce la sepoltura di un pellegrino del XIII sec. che conservava tre placchette di piombo, raccolte presso i santuari di S. Maria di Rocamadour nei Pirenei, di S. Leonardo di Noblat in Francia e a Roma: una testimonianza della vivacità dei pellegrinaggi medievali.
La puntata di ‘Heritage’, del 10 settembre è invece dedicata allo scavo di Pyrgos-Mavroraki a Cipro, dove Maria Rosaria Belgiorno dell’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali (Itabc-Cnr) ha scoperto un vero e proprio ‘polo industriale’ ante litteram dell’inizio del II millennio a.C., anch’esso distrutto da un terremoto nel 1850 a.C. Lo scavo ha restituito migliaia di testimonianze sulla lavorazione e produzione di olio d’oliva, vino, profumi, tinture per tessili, rame e ceramiche, che dimostrano come l’isola greca possedesse già in epoca preistorica insospettate conoscenze tecnologiche.
Le altre puntate portano a Salut in Oman, presso il Santuario del Dio Serpente, in Siria, nel monastero di Deir Mar Musa e a L’Aquila tra i monumenti distrutti dal terremoto.
“Questo programma è un doveroso riconoscimento”, dichiara Roberto de Mattei, vice presidente del Cnr, “al lavoro che gli studiosi italiani svolgono per recuperare un patrimonio culturale che rappresenta un bene per tutta l’umanità. Il Cnr come ente multidisciplinare può mettere a servizio del recupero, della valorizzazione e fruizione dei beni culturali una molteplicità di competenze in grado di fare sistema e quindi di produrre una sinergia di saperi oggi indispensabile per il progresso degli studi e per l’innovazione nel settore”.