Il quadro igienico-sanitario emerso dai 174 controlli operati dai Nas tra gennaio e agosto sulle mense scolastiche italiane è allarmante: cibo scadente, norme igieniche non rispettate, locali e apparecchiature non a norma.
Casi sporadici? Non proprio.
L’operazione del Nucleo Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri ha evidenziato come ben il 30% delle mense scolastiche nazionali sia irregolare. Praticamente una su tre. Un dato angosciante che ha portato alla chiusura di quindici strutture per motivi di salute pubblica, al sequestro di due mense e di oltre 3,6 tonnellate di alimenti ancora in corso di analisi e alla denuncia di ventotto persone presso le Procure della Repubblica. Il tutto a una settimana dall’inizio del nuovo anno scolastico che si annuncia già problematico dal punto di vista sanitario a causa della prevista pandemia della nuova influenza.
“Scoprire che un terzo delle mense scolastiche italiane è fuori norma è inquietante – ha dichiarato Annalisa Martino, responsabile dell’Italia dei Diritti per la scuola e l’istruzione -, specialmente se si considera che i fruitori delle mense sono soggetti giovani che hanno pieno diritto a un’alimentazione sana e corretta. Come insegnante non posso che parlar bene della mia esperienza perché ho sempre lavorato in Comuni che, a partire dall’acquisto dei cibi fino al discorso logistico, hanno sempre mostrato una sensibilità verso tale argomento”.
In merito alla vicenda è intervenuto anche Manlio Caporale, responsabile per la sanità del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Una struttura su tre è un dato sicuramente allarmante. C’è da domandarsi perché devono arrivare i Nas a fare accertamenti a posteriori anziché fare norme a monte prima di dare un appalto di gara. Se non vengono rispettate neanche le norme igieniche minime, quale può essere la qualità dei prodotti affidati ai nostri figli? E’ una cosa molto triste. Il vitto che si dà nelle mense è destinato a ragazzi in via evolutiva e non può prevalere il prezzo sulla qualità”.