Quando gli adolescenti si mettono in gioco. D’azzardo

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2006

Il gioco d’azzardo è in forte aumento: cresce al ritmo del 13 per cento in un anno, 53 miliardi di euro puntati solo nel 2009, sempre più gli adolescenti coinvolti, come attestano i dati di uno studio su 40.000 studenti condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) all’interno del progetto “Il gioco è una cosa seria” dell’Asl To3 coordinato da Paolo Jarre.

“Dal 2008 al 2009 la percentuale di studenti tra i 15 e i 19 anni che dichiarano di aver giocato in denaro almeno una volta negli ultimi dodici mesi è aumentata dal 40% al 47%”, spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice Ifc-Cnr e responsabile Espad (European school project on alcohol and other drugs) per l’Italia, “l’aumento maggiore è fra le ragazze, passate dal 29 al 36%, i maschi passano invece dal 53 al 57%. Tra questi studenti, nonostante il divieto di legge, circa 550.000 sono i minorenni, corrispondenti al 43% dei minori scolarizzati (dati 2009, in crescita rispetto al 38% del 2008)”.

Tra i ragazzi che hanno giocato denaro nell’ultimo anno, coloro che presentano un profilo di rischio totalmente assente rilevato mediante il South Oaks Gambling Screen Revised for Adolescents (Sogs-Ra) sono in diminuzione del 3% (dal 70 al 67%); in aumento quelli con un rischio basso (dal 19,6 al 22%), mentre rimangono invariati quelli con rischio patologico (11%).

Gratta e vinci e lotterie istantanee (34%, dal 28% del 2008), scommesse sportive (17%), lotto e superenalotto (cresciuti dal 9 al 14%) sono nell’ordine i giochi in denaro maggiormente praticati dagli studenti. Nello specifico, gratta e vinci/lotterie istantanee sono stati giocati dal 36% dei maschi e dal 32% delle ragazze.
In testa alla classifica per Regioni, al primo posto troviamo la Campania con il 57,8% degli studenti ‘giocatori’ (71,5% dei maschi contro il 45,6% delle femmine), seguono Basilicata con il 57,6% (69,4% maschi, 43,7% femmine) e Puglia con il 57% (68,7% maschi, 45,1% femmine). Sicilia, Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Calabria e Umbria si attestano oltre il 50%. Inferiori alla metà le percentuali di Emilia-Romagna (40,8%); Valle d’Aosta (41,1%); Liguria (41,6%); Piemonte (42,3%); Lombardia (43,5%); Toscana (43,4%). Agli ultimi posti Trentino (35,8%), Friuli Venezia Giulia e Veneto (36,3%). “Dai dati emerge che nelle regioni del Nord il fenomeno è meno diffuso rispetto al Sud”, conclude Sabrina Molinaro.
Per quanto riguarda i contesti di gioco, ai primi tre posti si trovano i locali pubblici non dedicati come bar, tabaccherie, pub (32%), case private (20%) e sale scommesse (12%). Il gioco virtuale (Internet, telefono cellulare) è utilizzato nel 7%, anche se una quota del gioco praticato nelle case private avviene tramite web.

Rispetto alla frequenza aumentano coloro che dichiarano di aver giocato più di 2 volte l’anno, passati dal 43% al 45%; quelli che riferiscono di aver giocato oltre 20 volte passano dal 13 al 14%; diminuiscono quelli che hanno giocato 1 o 2 volte (dal 44% al 41%). Rimane pressoché stabile, invece, l’importo delle giocate: il 6,5% degli studenti ‘giocatori’ dichiara di aver speso oltre 50 euro nell’ultimo mese.

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