Roma – Sarà la Corte Costituzionale a decidere quale tribunale celebrerà il ‘processo-Ruby’. Il ricorso presentato dalla Camera alla Consulta, solleva un presunto ‘conflitto di attribuzioni’ sull’udienza del prossimo 31 maggio nei confronti del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, imputato di concussione e prostituzione minorile. L’ennesimo tentativo ‘blocca-processi’ sarebbe stato avanzato per evidenziare una inadeguata attribuzione alla magistratura di Milano della competenza funzionale, che secondo la Camera spetterebbe al tribunale dei Ministri.
“Ogni giorno ce n’è una nuova – osserva Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti -, è sempre più evidente l’attacco e l’accanimento dimostrato nei confronti della magistratura”.
Fanno discutere anche le recenti parole di Maurizio Paniz, membro Pdl della commissione Giustizia, secondo il quale il sistema attuale non sarebbe corretto, forse addirittura anticostituzionale, in quanto secondo lui il conflitto di attribuzione è sollevato dalla magistratura, automaticamente il processo si blocca, ma se è sollevato da un’altra istituzione come la Camera il processo non si blocca.
In merito, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro ha commentato duramente la dichiarazione del berlusconiano: “Paniz segue semplicemente la linea d’attacco ai magistrati, di cui abbiamo avuto esplicito esempio nelle espressioni del Premier sul tribunale di Milano, la scorsa settimana. Si dovrebbero tenere a mente le parole del Presidente della Repubblica. Non mi pare che Paniz abbia ben chiaro quanto raccomandato da Napolitano, in particolare sull’insindacabilità delle sentenze deliberate dai giudici. Aspettiamo la decisione della Consulta – conclude Girlando -, sperando che venga quanto prima ristabilito il giusto ruolo alla magistratura”.