Venerdì 27 maggio è stato eseguito a Pisa, dalla equipe di Cardiologia II, diretta dalla dott.ssa Maria Grazia Bongiorni, e di Radiologia interventistica, diretta dal dr. Roberto Cioni, un intervento estremamente complesso e innovativo che finora era stato eseguito e descritto in modo esauriente solo negli Stati Uniti.
Il dr. Ezio Soldati e il dr. Roberto Cioni hanno dovuto intervenire su un paziente di 55 anni affetto da cardiomiopatia dilatativa portatore di pace maker bi ventricolare che aveva sviluppato una trombosi delle vene brachicefalica e cava superiore con sovrapposta infezione.
Circa dieci giorni prima era stato ricoverato presso la Cardiologia II per eseguire l’estrazione degli elettrocateteri. Si trattava di un intervento in elezione: il paziente era giunto dal Lazio, essendo Pisa centro di riferimento nazionale per tali interventi.
Gli erano stati rimossi gli elettrocateteri ed erano state eseguite PTA per mantenere pervia la via di reimpianto. Il paziente era stato quindi dimesso ed era tornato nel Lazio in attesa della guarigione, con terapia antibiotica, del processo infettivo.
Nel frattempo si è però verificata la comparsa di un blocco atrio ventricolare totale che ha reso necessario un reimpianto di urgenza.
Il paziente è stato quindi trasferito a Pisa – in elicottero ed aereo – dove si è proceduto, in sala angiografica, a ricanalizzare, mediante cateterismo delle vene ascellare e femorale con sistema di posizionamento di fili guida “a ponte” le vene succlavia, brachicefalica e cava eseguendo multiple angioplastiche in modo da ottenere un lume vascolare idoneo e una strada per il reimpianto degli elettrodi.
In seconda fase si è proceduto utilizzando il sistema di fili guida a ponte tra le vene ascellare e succlavia a reimpiantare i tre elettrocateteri nel seno coronarico, in ventricolo destro e in atrio destro.
In questo modo è stato possibile fornire al paziente un dispositivo in grado di trattare le aritmie e migliorare la funzione ventricolare sinistra salvaguardando al tempo stesso il circolo venoso già compromesso dal precedente impianto.
Il complesso intervento è stato possibile solo grazie alla collaborazione delle equipe di Cardiologia II e Radiologia interventistica, che hanno lavorato in modo multidisciplinare – per due volte nello stesso tempo operatorio – massimizzando le competenze specifiche.
È l’ennesimo esempio di come la collaborazione multidisciplinare renda possibile interventi estremamente complessi e che necessitano di elevate competenze tecnologiche, uno degli obiettivi prioritari di un centro di eccellenza come l’Aoup.