Roma – “La P2 era una cosa molto seria. Questa P4, se c’è, è un comitato carnevalesco”. Parola del ex maestro venerabile Licio Gelli. In un’intervista all’AdnKronos, Gelli interviene sull’inchiesta di Napoli che ha portato all’arresto di Luigi Bisignani, il faccendiere con conoscenze nelle alte sfere della finanza e della politica che fu anche iscritto alla P2. “Era un ragazzo molto intelligente e intraprendente – ricorda Gelli – un attivissimo collaboratore. Lo feci nominare segretario del ministro Gaetano Stammati”. Poi il venerabile perse di vista il pupillo, ma è sicuro che “non abbia fatto nulla, potrà avere avuto dei contatti e basta”.
Nell’Italia di oggi Bisignani può essersi creato solo “un gruppo di amici opportunisti e creduloni”. Rispetto agli anni della P2, i tempi sono cambiati. Una volta “l’Italia era un vero Stato, rispettato e temuto e magnificamente funzionante. Oggi non esiste più – afferma Gelli – perché non abbiamo nemmeno una persona di un certo spessore, di competenza e soprattutto carismatico”.
La P2, dice l’ex venerabile, “è stata sciolta e sepolta”. Ma forse, in futuro, “fra cinque, sei, dieci o vent’anni, la ricorderanno come un fatto positivo” perché quella loggia “era fatta di persone cristalline e oneste”.
Oneste come Gelli, forse, che di se stesso dice “sono stato assolto da tutto” nonostante sia stato condannato, tra l’altro, per concorso nella bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano, assieme a Bettino Craxi, e per calunnia aggravata dalla finalità di terrorismo per aver tentato di depistare le indagini sulla strage alla stazione di Bologna.
La P4 non è la P2, dice Gelli. Si spera abbia ragione.