Da Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” riceviamo e pubblichiamo
Manovra? L’ordine del giorno è tagli agli sprechi senza toccare l’efficienza della pubblica amministrazione ed i servizi essenziali.
Ma se non si vuole incidere sugli aspetti fondamentali dell’apparato burocratico tra i quali spicca l’organizzazione della sicurezza in senso lato dei cittadini, non si comprende come mai nessuna manovra o decreto anticrisi abbia pensato a razionalizzare le decine di forze di polizia presenti sul Territorio nazionale che purtroppo si traducono in un inutile ed evidente duplicazione di servizi che potrebbero essere gestiti da un minore numero di questi apparati, garantendo comunque analoga o maggiore efficienza.
Questi aspetti possono essere evidenziati da una serie di questioni pratiche che accadono quotidianamente ai cittadini. Per esempio in caso di qualsiasi emergenza, molto spesso ci troviamo nell’imbarazzo o meglio nell’incertezza su quale numero chiamare. Il 113 o 112, 115, 118, 1717 o 1515. E se si deve contattare una qualsiasi polizia locale a quale numero ci si deve rivolgere se non lo si conosce perché magari non si è del luogo.
Le polizie “ statali “ in Italia sono apparentemente sette: Polizia Di Stato, Arma Dei Carabinieri, Guardia Di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Penitenziaria, Capitaneria Di Porto, Corpo Nazionale Dei Vigili Del Fuoco. Già facendo la somma tra carabinieri, polizia e fiamme gialle, superiamo ogni record europeo.
Sommate le altre quattro, abbiamo mezzo milione di uomini. Un agente di polizia ogni 175 italiani, rispettivamente 50% e 20% in più rispetto a Gran Bretagna e Germania.
Alle inevitabili duplicazioni di funzione dei ruoli delle varie polizie dell’ordinamento statale fanno da contraltare i doppioni di quelle locali.
Sulle strade e non solo, infatti, accanto agli apparati dello Stato, troviamo anche la Polizia Municipale o locale, Provinciale, fino ad arrivare ai famigerati Ausiliari del Traffico. Così come sulla sicurezza alimentare, solo per fare qualche esempio, vigilano carabinieri, forestali dello Stato e delle Regioni, così come l’autorità di controllo sanitario di derivazione Asl.
Quali sono i costi dipendenti da queste duplicazioni? Sarebbe forse opportuno che in un momento di crisi economica dello stato, forse qualcuno si decidesse a parlarne e prendesse gli opportuni provvedimenti per tentare una razionalizzazione delle risorse presenti.
E chi parla, – Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” – è un ufficiale in congedo dell’Arma Dei carabinieri, figlio di poliziotto, che è consapevole dell’autorevole ruolo e della tradizione delle varie forze di polizia a cui va il merito di garantire la sicurezza dei cittadini nonostante l’esiguità di mezzi e risorse.
Si cominci, allora immediatamente ad unificare in un unico numero telefonico quello delle emergenze, dato che pare per tale ragione l’Italia paghi sanzioni pari a 30mila euro al giorno da parte dell’Unione Europea che raggiungeranno la quota di 90mila a breve, per poi passare ad una revisione generale dei ruoli e delle competenze delle forze di polizia.
Si dimostri coraggio, nel rispetto dei contribuenti, ma garantendo gli stessi o superiori livelli di sicurezza per i cittadini.
Lecce, 19 ottobre 2011
Giovanni D’AGATA
la voce “taglio agli sprechi, spese inutili e costi della politica” è sempre assente in ogni manovra compresa quella di Monti che DOVREBBE salvare l’Italia.
Mi sembra che ogni manovra sia fatta apposta per dare continuità ed assicurare una gestione dello stato che fa solo comodo a chi non paga mai.
Vorrei tanto che questo argomento fosse all’ordine del giorno nei dibattiti, nei programmi di approfondimento, sulla stampa…….. che sembra prestarsi solo ad affremare concetti funzionali a far digerire il fatto che, comunque, a pagare saranno sempre i soliti.