Un semplice esame del sangue permetterà di diagnosticare la malattia di Parkinson attraverso un semplice prelievo di sangue prima che si manifestino i sintomi fisici.
Un innovativo studio ha scoperto una sostanza che appare nel sangue di chi soffre.
Attualmente non esiste alcun test per rilevare la condizione neurologica. Milioni di persone in tutto il mondo, si ammalano del morbo di Parkinson, caratterizzato principalmente da disturbi del movimento muscolare, tra cui il camminare, parlare e scrivere mentre l’intelletto e la personalità dei pazienti in molti casi e per molto tempo non subiscono alterazioni di rilievo.
L’analisi si basa sull’aumento delle concentrazioni di una proteina, l’alfa-sinucleina fosforilata, che si verificherebbe solo nel sangue di chi gia’ soffre della malattia o rischia di svilupparla.
Un test del sangue per il Parkinson significherebbe poter capire se una persona rischia di ammalarsi prima ancora che compaiano i sintomi”, spiega David Allsop, coautore della ricerca..
A darne notizia e’ il Faseb Journal, che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” riporta.
Gli scienziati hanno scoperto che quelli con il Parkinson hanno un maggiore livello di PAS rispetto ai non-malati.
Ora si pensa che questo scoperta potrebbe consentire una diagnosi prima che si manifestino i sintomi, come tremori e lentezza del movimento.
Il Dr Gerald Weissmann, della rivista FASEB, ha dichiarato: « la maggior parte della gente quando pensa al morbo di Parkinson, pensa ai sintomi esterni, come i movimenti involontari.
Ma molte persone ammalate di Parkinson possono sviluppare problemi neurologici che possono essere più difficili da diagnosticare subito.
Un esame del sangue non solo aiuta i medici ad escludere altre possibili cause dei sintomi esteriori, ma permette anche una diagnosi precoce.
Il Dr Gerald Weissmann ha aggiunto che ciò consentirebbe ai pazienti e alle loro famiglie di prepararsi mentalmente all’insorgenza della malattia e ad affrontare un grado di coinvolgimento materiale, emotivo e relazionale tale da rendere ancora meno complesso un evento critico già di per sé difficile da accettare.
Secondo lo scienziato la scoperta potrebbe anche aprire la strada allo sviluppo di medicine in grado di proteggere il cervello, migliorando la qualita’ della vita nella terza eta’.
Secondo le stime del Censis sono 200mila all’anno gli italiani colpiti dal morbo di Parkinson. Colpisce uomini e donne, anche se gli uomini statisticamente hanno più probabilità di svilupparlo rispetto alle donne, con sintomi che compaiono di solito nelle persone di più di 50 anni.
La malattia di Parkinson fu descritta per la prima volta da James Parkinson da cui prese il nome in un libretto intitolato “Trattato sulla paralisiagitante” pubblicato nel 181