“Fermate il mondo, vogliamo scendere! O, perlomeno, chiariteci bene per chi dobbiamo garantire sicurezza e legalità e per chi no, visto che a quanto pare ogni giorno qualcuno si alza dal letto decidendo di non essere italiano. Non si capisce più molto… Certo, se hanno dato degli eversivi a noi quando abbiamo provocatoriamente bluffato protestando con vigore contro lo squallido trattamento riservato a uomini e donne della Polizia che italiani lo sono di sicuro e tali si sentono fino all’ultimo respiro e anche oltre, chissà cosa si dirà ora di chi non ha remore ad affermare che con l’Inno italiano ‘non ha nulla a che vedere’ e che considera l’Italia uno Stato straniero!”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta così la notizia al centro di un’interrogazione parlamentare rivolta ai Ministri dell’Interno e della Coesione territoriale, Cancellieri e Barca, dal coordinatore nazionale di Futuro e Libertà, Roberto Menia, il quale ha chiesto “se il Governo sia a conoscenza del fatto che il Consiglio provinciale di Bolzano ha approvato, lo scorso 7 giugno, una mozione in cui si afferma che l’Inno d’Italia è un affronto per l’Alto Adige; parole come stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte sono espressione di una ideologia che disprezza il genere umano ed è ostile alle minoranze linguistiche”.
Menia ha dunque chiesto di sapere “come si giudichino le espressioni: l’Alto Adige non ha nulla a che vedere con l’Inno italiano e tanto meno può identificarsi con esso”, e “imporre a una minoranza linguistica e culturale l’inno nazionale di uno Stato considerato straniero è espressione di un nazionalismo esasperato” e, per questo, se “non si ritenga di attivare gli organi governativi a tutela dell’onorabilità delle Istituzioni repubblicane, respingendo ogni ipotesi ventilata dalla mozione sopraindicata”.
“Siamo a dir poco sconcertati – prosegue il Segretario del Coisp -. Povero Mameli, e poveri noi con una storia gloriosa messa in discussione da chi calpesta in malo modo un gioiello ed un vanto della nostra cultura come è quell’Inno, scrigno di significati altissimi di coraggio e onore. Ma se il Governo ritiene di poter lasciar correre ci avvisi, così – conclude ironico Maccari – il Trentino lo molliamo, risparmiamo qualche soldo e salviamo qualche dotazione per le regioni che appartengono veramente all’Italia, e i colleghi da lì li richiamiamo qui nel buon vecchio Stivale a dare una mano agli altri!”.