Londra – Prosegue ancora la politica del “no”. Il “no” detto a tutto e a tutti. Senza valutare gli aspetti positivi, le ricadute economiche e sociali del territorio. Questo sistema di fare politica è obsoleto, vecchio, stantio e che ha portato alla distruzione del modello comunista nel Mondo e che vorrebbe farlo, nei loro sogni, anche in Italia.
E’ stata la storia a dire che il loro ragionamento è errato.
Veniamo al fatto abruzzese.
Il circolo del partito della Rifondazione Comunista “Sante Petrocelli” di Vasto dice “no” alla proposta della Medoilgas sull’istanza di permesso di ricerca e trivellazione di un pozzo esplorativo a Scerni.
I motivi per dire no sono vari, ha precisato Rifondazione Comunista.
Dalla documentazione insufficiente presentata dalla Medoilgas e priva di quantificazioni esatte dei danni che essa stessa comporterà e dallaq mancanza di una visione globale del progetto e delle sue conseguenze a lungo termine in una zona agricola e dalle marcate criticità ambientali e geomorfologiche, considerando che l’area è sottoposta a vincolo idrogeologico.
Inoltre la richiesta di trivellare confligge poi, sempre secondo il Partito della Rifondazione Comubnista, con la legge regionale 48 del 2010 che vieta l’estrazione di idrocarburi liquidi sul territorio.
La risposta della Medoilgas non si è fatta attendere.
La società petrolifera ha precisato che le sue estrazioni riguarderanno gli idrocarburi gassosi e non quelli liquidi banditi dalla norma.
“Il ragionamento della Medoilgas – ha detto Prc – è contrario ai più basilari principi della fisica, chimica, geologia, statistica e probabilità, secondo i quali nessuno può mai conoscere a priori l’esatta composizione chimica degli idrocarburi nel sottosuolo”.
Un’ altra osservazione riguarda l’incompatibilità tra le trivelle e la vocazione turistica ed agricola della zona.
Non meno importanti sono le criticità ambientali e la pericolosità idraulica dell’area.
C’è poi preoccupazione per il gas estratto che potrebbe essere saturo di idrogeno solforato, spiega Prc, come per tutte le concessioni d’Abruzzo e in generale del sud Italia che seocndo Prc è alla base di importanti patologie: asma, tosse, bronchite, irritazioni alle vie respiratorie, danni neurologici, circolatori, malattie croniche, persino tumori al colon ed aborti spontanei nelle donne.
“La Medoilgas – ha detto il Prc, «non offre nessuna discussione su quali precauzioni prenderà per salvaguardare la salute ed evitare disturbi, e malattie, alla popolazione locale e ai turisti. A dosi alte, in caso di incidente, l’idrogeno solforato causa la morte istantanea, come accaduto a Sarroch, a Molfetta e a Catania. Il limite per la salute umana come fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’idrogeno solforato è di 0.005ppm mentre la Medoilgas afferma che scatteranno allarmi solo quando il livello arriverà a 10pmm. Questo significa che a tassi fra 0.005 e 10ppm (circa 4 decadi) la popolazione potrà respirare questa sostanza”.
Non ci siamo. Proprio non ci siamo. Valutazioni di natura politica contro relazioni di natura tecnica. Solo per dire no. Continuare a dire no, solo per essere contrari a tutto. Contrari allo sviluppo del territgorio grazie alle royalties, contrari ad uscire dalla crisi,contrari a nuovi posti di lavoro, contrari perchè la loro ideologia politica è quella di dire no, senza “se” e senza “ma”.
Il futuro del nostro Paese è fatto di “si”, nel rispetto delle norme, nel rispetto dell’ambiente e del territorio, ma si deve inizare a dire si.
Solo con il si l’Italia varà un futuro.