La legge di stabilità a favore del gioco d’azzardo e dei Poker Live

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Londra – Di Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”

Solo un paio di mesi fa, il ministro della Salute Balduzzi annunciava una vittoria sulla lotta alla ludopatia in particolare riferimento al gioco d’azzardo, attraverso un emendamento al decreto conosciuto con lo stesso nome del ministro e che prevedeva una stretta sulla capacità attrattiva e sulla pubblicità dei giochi con  vincite di denaro. Tra le misure più significative, si ricorda la messa al bando per le pubblicità del gioco con vincita in denaro in programmi televisivi e sulla stampa destinata ai minori: la distanza minima dai luoghi ritenuti sensibili (scuole, ospedali e centri socio-ricreativi ecc…) per le sale slot machine e video lottery; la necessità di indicare, nelle pubblicità dei giochi d’azzardo, le reali possibilità di vincita; l’ obbligo per i gestori di esporre all’ingresso e all’interno dei locali il materiale informativo delle Asl sul gioco d’azzardo patologico (G.A.P.) al fine di “evidenziare i rischi correlati al gioco…”

La famigerata “Legge di Stabilità” rovescia le intenzioni manifestate con un vero e proprio favore alla lobby del gioco d’azzardo. In primo luogo, se la proroga annunciata sulle misure indicate sui limiti alla pubblicità dei giochi e alla cartellonistica è stata cancellata all’ultimo dal maxiemendamento, la vittoria dei signori del gioco è comunque arrivata con un altro provvedimento che sembra farsi beffe di un fenomeno patologico in costante crescita nel Paese: la ludopatia.

Si tratta di una vera e propria dipendenza in costante espansione nel paese che vedrebbe circa 800.000 italiani secondo le stime più prudenti “malati dal gioco”, che sta creando un notevole impatto sociale nella vita delle famiglie italiane. Basti pensare che la spesa degli Italiani per il gioco legale è più che raddoppiata passando dai 20 miliardi di euro del 2004 ai 50 miliardi di Euro l’anno scorso.

La colpa va ricercata da una parte in uno stato che cerca di rimpinguare le proprie casse sulle tasche degli italiani e dall’altra nella crisi economica che spinge sempre più cittadini a tentare la fortuna nonostante le difficoltà quotidiane. Con conseguenze spesso devastanti per  le famiglie che s’indebitano sempre più anche per far fronte al fabbisogno di denaro per il gioco.

Un altro elemento di novità in negativo dell’emendamento conosciuto anche come “omnibus”, che conferma la politica d’incentivazione al gioco d’azzardo da parte di questo governo, è l’indizione della gara per l’apertura di 1.000 sale di Poker Live, ovvero delle sale ove è possibile giocare a poker puntando contante reale. 

Stop, dunque alle proroghe che avevano fermato l’indizione delle gare per l’apertura di nuove sale. Entro il 31 gennaio prossimo saranno indetti i bandi con grande contentezza degli operatori del settore che l’attendevano come la manna dal cielo che hanno rilanciato la notizia promettendo migliaia di posti di lavoro, mentre noi diciamo che milioni di cittadini verranno gettati sul lastrico.

Nel dettaglio è sufficiente ritornare indietro con la memoria al luglio del 2009 quando era entrata in vigore la Legge comunitaria n. 88/2009 che all’articolo 24 aveva stabilito la possibilità da parte dei Monopoli di Stato di rilasciare concessioni o autorizzazioni per l’organizzazione di tornei di Texas Hold’em senza che a ciò seguisse un provvedimento del governo che indicesse le modalità di rilascio delle relative licenze.  

Con la manovra finanziaria del 2011, era stato previsto un primo bando di gara che però era stato rinviato per  ben due volte dall’attuale governo.

La legge di stabilità ha quindi sbloccato l’empasse consentendo il via libera alla gara per le concessioni di nuove sale dove sarà possibile giocare con denaro sonante, anche se i Monopoli di Stato hanno precisato come l’introduzione del Poker Live sia legata alla approvazione di un regolamento ad hoc; e hanno anche ammesso che è in corso una “riflessione sulla opportunità di introdurre questa tipologia di gioco che, per la prima volta, vedrebbe fisicamente interagire i giocatori, creando problematiche per i controlli sulla regolarità del gioco e per la prevenzione di  eventuali fenomeni di riciclaggio.”

Alla luce di tali provvedimenti, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, chiede al governo attuale se farà ancora in tempo o comunque al prossimo, un immediato passo indietro perché una “riflessione” è anche tempo sprecato per capire che il gioco d’azzardo, anche se legalizzato è un fenomeno che danneggia irrimediabilmente la società,  una società già in crisi sociale ed economica, specie se continua ad espandersi sui livelli degli ultimi anni con un’incentivazione e una pubblicizzazione che è sotto gli occhi di tutti.

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