Londra – Nella quotidiana attività informativa sulla tutela dei diritti dei cittadini e tra questi il diritto alla salute, lo “Sportello dei Diritti
L’ultima notizia in questione riguarda quanto deciso dall’istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic che in data di ieri ha ordinato al colosso farmaceutico giapponese Takeda il ritiro dal mercato elvetico in via preventiva ed immediata del farmaco contro l’anemia commercializzato con il nome di Rienso, dopo l’approvazione della Commissione europea nel giugno del 2012. In particolare, tale preparato viene prescritto agli adulti anemici che generalmente soffrono di una patologia renale cronica.
A far decidere per questa misura drastica sono stati quattro casi di reazione d’ipersensibilità al prodotto riscontrati nelle scorse tre-quattro settimane, di cui uno addirittura letale.
A far scattare l’allarme è stato il sistema di vigilanza noto con il nome “Vigilance” che a seguito di un confronto fra il numero di fiale distribuite finora in Svizzera – circa 1000 – e la frequenza degli annunci, ha rilevato come il rapporto rappresenti un multiplo della frequenza osservata a livello internazionale.
Vi è da precisare, che dopo tale comparazione la Swissmedic ha ordinato immediatamente all’azienda interessata il ritiro dell’unico lotto commercializzato in Svizzera, unico paese ove cui sarebbe stato venduto. La contiguità della Svizzera all’Italia ed il gran numero di transfrontalieri che quotidianamente si spostano al di là del confine italiano, spingono Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” ad invitare tutti i nostri connazionali ad evitare di utilizzare tale farmaco eventualmente già acquistato nel paese elvetico ed ad utilizzare prodotti alternativi sinché non saranno chiariti i problemi connessi.
In effetti, il Rienso è un medicinale da iniettare che deve essere somministrato solo da medici, ma se qualcuno dovesse essere entrato in possesso dovrebbe evitarne la fruizione. Anche perché reazioni di ipersensibilità al prodotto erano effetti collaterali indesiderati noti e citati nelle informazioni specialistiche, ma un così alto numero di casi rispetto alla quantità commercializzata ha spinto la stessa Takeda e l’Amag, suo partner americano con sede nel Massachussetts, ad avviare un’inchiesta sul lotto in questione.
Risale al 2010, l’affidamento della commercializzazione del prodotto da parte del gruppo americano a Takeda, fuori dagli Stati Uniti ove veniva venduto con il nome di Feraheme.