“Mi scuso, con la Democrazia tutta, per aver colto la differenza tra l’insulto e la critica, tra il lasciar parlare e il lasciar mentire. Mi scuso, con chicche e ssia, per non esser nato foca ammaestrata che canta o tace al fischio del domatore”. Lo scrive Marco Travaglio in un editoriale pubblicato sul Fatto Quotidiano, dopo la lite di giovedì sera con Michele Santoro, a Servizio Pubblico. “Mi scuso, con tutti, per aver abbandonato lo studio di Servizio Pubblico proprio quando stavano per convincermi – continua il giornalista -: ancora dieci secondi, e avrei confessato che l’alluvione l’ho fatta io. Il fango c’est moi”.