Londra – A chi non è capitato almeno una volta di avere un black out della propria mente? E così ci si ritrova inermi con la cornetta in mano senza riuscire a comporre il numero di telefono che conosciamo da sempre o di fronte alla commessa che aspetta che digitiamo sul terminale il solito pin che la banca ci ha affidato da anni. Sovraccarichiamo talmente tanto la nostra mente di informazioni che non dobbiamo stupirci se a volte si concede di staccare la spina. Per fortuna (o purtroppo) la tecnologia sembra venirci in soccorso colmando le nostre carenze, ma non solo. Con il suo supporto ci ha infatti resi forse un po’ pigri, visto che ci offre la possibilità di affidarci a lei piuttosto che sforzarci di memorizzare.
E chi meglio di Kingston Technology, il principale produttore di memorie del mondo, avrebbe potuto condurre un sondaggio per capire a che livello si trova la memoria degli italiani?
In un Paese in cui 45 milioni di persone hanno uno smartphone , il gesto di annotare i numeri di telefono sull’agendina sembra davvero preistoria. Infatti, il 44% degli intervistati dichiara di non considerare nemmeno l’ipotesi di sforzarsi di memorizzare i numeri a memoria dal momento che qualcuno ha ben pensato di includere di serie la rubrica dei contatti nei telefonini. Per fortuna, si salva ancora un buon 54% che ricorda almeno qualche numero tra i più importanti.
La tecnologia ci “salva” anche quando è il momento di fare gli auguri ad amici e parenti: l’app di Facebook evita brutte figure con i propri cari al 63% dei rispondenti, segnalando tramite notifica sul proprio profilo il compleanno dei propri contatti.
Anche di fronte a operazioni di calcolo veloci, la maggioranza (43%) si affida alla tecnologia appellandosi all’infallibile app del telefono, che in un batter di ciglio fornisce il risultato esatto e senza margini di errore. Il 38%, invece, dichiara di non avere problemi a fare addizioni e sottrazioni a mente.
E dopo la matematica, Kingston Technology ha cercato di scoprire come ce la caviamo nel Bel Paese con la storia. Di fronte a domande a bruciapelo su date e momenti storici di rilievo, il 48% ammette di non esitare… a fiondarsi sul web per cercare la risposta corretta. Possiamo contare – forse – su quel 29% che probabilmente, ai tempi della scuola, alzava la mano per primo e rispondeva alla professoressa senza indugio.
Tra carte di credito, tessere fedeltà, account per i più improbabili dei profili, siamo sommersi da dati di accesso, password e pin. Il 62% ha memorizzato solo alcune di quelle che utilizza più spesso, mentre solo il 31% le ricorda praticamente tutte. Per fortuna, solo il 7% cade nell’errore di salvare queste informazioni strettamente confidenziali sul proprio telefonino.
Infine, Kingston con il sondaggio ha scoperto che al volante, un 44%, forse con poco senso dell’orientamento e memoria, non può più fare a meno del navigatore, mentre in cucina, il 75% di chi si diletta ai fornelli non si sforza di ricordare le ricette della nonna ma segue pedissequamente le indicazioni dei migliaia di blog presenti in rete.
“La maggior parte delle persone si lamenta di avere una pessima memoria, ma molto spesso questo accade perché utilizziamo male uno dei mezzi più potenti di cui disponiamo: la mente. Siamo dotati di una memoria perfetta, ma pochi sanno impiegarla al meglio”, ha dichiarato il Dott. Giovanni Sposito (esperto in formazione comportamentale e formatore presso Egoformazione). “Da anni mi occupo di corsi di memoria e apprendimento efficace e ho allenato migliaia di persone attraverso un metodo che sfrutta memoria visiva e capacità di associazione. Applicandolo, i risultati che si ottengono nel ricordare dati, informazioni, numeri di telefono o appuntamenti sono davvero straordinari. Per sfruttare al massimo la propria memoria occorre “portare il cervello in palestra”, esattamente come si fa con il fisico. Basta imparare ad allenarsi in modo corretto”.
“E’ da quando è nata, nel 1987, che Kingston ha come obiettivo di risolvere le esigenze di memoria degli utenti”, ha dichiarato Stefania Prando, Business Development Manager di Kingston in Italia. “Il passo dalla memoria del chip a quella della mente umana è stato breve: ci incuriosiva il fatto di capire come gli ausili tecnologici dei nostri giorni ci supportino proprio in termini di … memoria, area nella quale ci sentiamo piuttosto esperti!”.