Infanzia, Brambilla sfida il Governo: “Ai minori metà del tesoretto, se c’è. Anche se non votano”

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Roma – “Non so quanto possiamo credere al DEF, soprattutto in prossimità di una scadenza elettorale, ma se il famoso “tesoretto” esiste, come continua ad affermare il consigliere economico del premier, sfido il governo ad utilizzarlo in buona parte per politiche a favore di cittadini che, pur avendo subito pesantemente gli effetti della crisi, non possono votare: i minori”. Lo ha affermato oggi l’on. Michela Vittoria Brambilla, Fi, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza e responsabile del dipartimento di FI per il sociale e la solidarietà.
“Secondo il premier – continua la presidente – nel DEF non vi sono nuove tasse, non vi sono nuovi tagli e c’è, invece, un miracoloso avanzo di 1,6 miliardi, per il quale sono state ipotizzate, in poche ore, le più varie proposte di utilizzazione: dalla nuova cassa integrazione ad un bonus per le facciate dei palazzi. A dire il vero, le stesse tabelle della ragioneria certificano un aumento della pressione fiscale oltre il 44 per cento e nel prossimo quinquennio, dice un’elaborazione di Unimpresa, i contribuenti italiani dovranno versare nelle casse pubbliche 104,1 miliardi in più rispetto allo scorso anno (+13%), mentre non c’è neanche l’ombra di un intervento rigoroso sul bilancio statale. La notizia non è che non ci sono tagli, ma che gli sprechi rimangono, con buona pace della vera spending review e dell’ex commissario Cottarelli”.
“In tale contesto – insiste l’ex ministro del Turismo – è molto probabile che il “tesoretto” sia un’invenzione elettorale a pronto consumo, da spendere rigorosamente entro il 31 maggio, data della prossima tornata amministrativa. In caso contrario, qualora queste risorse siano effettivamente a disposizione, come presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza chiedo che siano destinate, almeno per la metà, a politiche per i più giovani o al soddisfacimento di alcune delle richieste avanzate all’unanimità dalla nostra commissione nel documento conclusivo dell’indagine sulla povertà minorile. Tra queste, ricordo a titolo d’esempio: una coerente ed efficace strategia di contrasto al fenomeno della povertà minorile, un maggior sostegno al reddito delle famiglie con più figli, per ridurre le diseguaglianze, considerando interventi del genere come investimenti e non come spesa assistenziale, l’istituzione di uno specifico sistema di monitoraggio della condizione dei minori nel nostro Paese e di controllo sulle risorse impiegate a loro favore. Se il “tesoretto” esistesse, o lo si volesse far saltar fuori, sarebbe serio spenderlo così: per il futuro del paese, non per far contento questo o quel portatore d’interessi, e di voti”.

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