I caschi blu ad Auschwitz

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E’ in atto un pericoloso processo di manipolazione e distruzione dei campi di sterminio nazisti, disseminati in Germania, in Austria e in Europa, ciascuno dei quali rappresenta un monumento alla memoria ma le cui tracce vengono distrutte, erose, vendute, inglobate in aree verdi o urbane. Questo succede ovunque, ad esempio, nel Campo di Gusen o a Jacenovac ma anche ad Auschwitz dove l’annunciato trasferimento del Memoriale Italiano a Firenze potrebbe significare la sua dissoluzione. Al pari delle azioni belliche che mirano alla demolizione di mausolei ed antichi monumenti, anche le manipolazioni storico-politiche come la “deportazione” del nostro Memoriale, possono disintegrare la memoria delle vittime del Nazifascismo e della Shoà e abbandonare – come anziani archeologi a difesa di antichi monumenti – i partigiani e i deportati e, con loro, la Resistenza Italiana.
Il Memoriale è un’opera d’arte e di testimonianza di inestimabile valore. Ricorda l’Armata Rossa che liberò Auschwitz e celebra gli italiani, donne e uomini ebrei, rom, omosessuali, dissidenti politici, deportati nei campi di concentramento nazisti, fra i quali gli stessi autori dell’opera d’arte, artisti di attestata celebrità. Collocato nel sito Unesco patrimonio dell’umanità, è censurato al pubblico dal 2011 e rischia, per ragioni non rese note, di essere rimosso dal campo di sterminio e potrebbe andare per sempre distrutto, anche tramite l’oblio.
Chiediamo al Governo Italiano che con i caschi blu per la cultura si fa oggi guida per salvare i monumenti patrimonio dell’umanità a rischio da catastrofi naturali o da attacchi terroristici, di non dimenticarsi del Memoriale di Primo Levi e di adoperarsi per salvare quest’opera d’arte conservandola

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