Carabiniere ucciso, cordoglio e ira del Coisp: “Forze dell’Ordine bersaglio di tanti”

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“Non ci sono parole per descrivere lo sgomento per la drammatica fine del Maresciallo Taibi. Alla sua famiglia rivolgiamo tutto il nostro cordoglio, la vicinanza di chi sa bene cosa abbia significato la sua scelta di dedicare la vita allo Stato ed all’adempimento di un Dovere che non conosce limiti di sorta, e di chi sa bene, anche, cosa significhi stare accanto ad un Appartenente alle Forze dell’Ordine, pregando ogni giorno di vederlo tornare a casa tutto d’un pezzo. E non ci sono parole anche per descrivere la rabbia che assale in certi momenti, non solo per l’assurda violenza del criminale che ha tolto la vita a Taibi. Riteniamo infatti questo gesto criminale ampiamente accostabile alle pugnalate, alla violenza, all’indifferenza malevola ed oltraggiosa di chi non solo non ci rispetta e non ci tutela più, ma non fa che darci addosso, delegittimandoci quando non criminalizzandoci e additandoci come bersagli per questo o quell’altro motivo. L’odio ed il disprezzo continuamente riversatoci addosso da chi osa giudicarci senza avere idea di cosa significhi fare il nostro lavoro è pari solo alla gravissima mancanza di considerazione e sostegno da parte di chi, invece, deve sapere molto bene in cosa consiste il nostro lavoro per via del ruolo che ricopre. Ma in Italia quello della ‘specificità’ del nostro lavoro è ancora un concetto completamente privo di significato, e lo testimonia il fatto che ancora lottiamo anche per meno del minimo di ciò che meriterebbe chi conduce vite come le nostre, sfidando la morte ogni giorno”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia.

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