L’accessibilità ai musei e più in generale ai siti storico/artistici è l’interessante quanto attuale argomento che sarà dibattuto nelle tre giornate nell’ambito de “Il Sistema museale castiglionese e il Metropolitan Museo of Art di New York: esempi di accessibilità a confronto” organizzato dal Sistema Museale Castiglione e dal comune di Castiglion Fiorentino (AR).
Una tre giorni serrata nella quale il confronto con realtà internazionali e nazionali quali il Metropolitan Museum of Art di New York ed il MART di Trento e Rovereto oltre ad esperti del settore come l’autore del progetto dell’accessibilità a Matera, capitale della cultura 2019, dimostrerà quanto l’accessibilità al museo apre frontiere rivoluzionarie, destinate a riportare al centro l’attenzione sui visitatori e le loro esigenze. All’estero questa strada è già tracciata con successo e la presenza del direttore dei progetti speciali del Metropolitan, Marie Clapot, ipovedente, testimonierà che un museo e più in generale un sito accessibile non è solo un segnale di civiltà, che offre a tutti i visitatori la stessa attenzione, ma è un luogo che risponde alle molteplici esigenze: mamme con il passeggino o anziani con limitata deambulazione che hanno bisogno di soste frequenti, ma anche persone con una tenuta dell’attenzione ridotta, ma anche persone sorde o ipovedenti.
Se negli USA la questione è stata superata da tempo ed i loro progetti sono all’avanguardia, in Italia l’argomento lo si sta affrontando da poco tempo. Il MART di Trento e Rovereto, ad esempio, è una delle realtà museali che all’accessibilità ha dedicato attenzione rimuovendo le barriere sensoriali, fisiche, cognitive ma anche culturali per permettere ai visitatori di sentirsi parte attiva. A raccontare e a confrontarsi su questa operazione Ornella Dossi, responsabile dei progetti educativi.
Di particolare interesse anche l’esperienza del Sistema Museale Castiglione che da qualche mese ha iniziato una proficua collaborazione con alcune associazioni del territorio per l’inclusione della disabilità. Ovviamente la strada è tutta in salita, ma la rivoluzione anche in Italia è iniziata. Una rivoluzione che deve confrontarsi non solo con le barriere culturali, ma anche con quelle fisiche visto che la quasi totalità delle strutture insiste in siti storici.