DomainTools ha pubblicato una nuova statistica sui domini più frequentemente sfruttati per diffondere spam e malware, ed ha pubblicato il proprio studio su una casistica significativa di domini registrati recentemente: ad esempio su un campione di 230 mila domini con estensione .science, è stato scoperto che circa il 63% degli stessi è stato messo in blacklist per motivi di spam o diffusione di malware. Nel caso dei .racing, addirittura, la maggioranza delle registrazioni a scopo malevolo erano state effettuate da un singolo registrante.
La metodologia di analisi è stata la seguente: per ogni dominio analizzato sono state prelevate quattro caratteristiche principali: estensione (TLD), presenza di WHOIS privacy, indirizzo email gratuito associato al dominio e localizzazione geografica del dominio; incrociando questi dati con quelli delle blacklist pubbliche dei domini, è stato possibile effettuare una classificazione tra domini blacklisted e domini “neutri”, per ognuna delle caratteristiche in esame. Sia pur con un certo margine di errore statistico, è stato così possibile effettuare una classificazione sulla base di ciascuna delle caratteristiche in esame. Le attività sospette che sono state considerate nello specifico sono anch’esse quattro, ovvero spam, phishing, botnet e malware.
Se in passato erano i .link, i .cf ed i .us erano le estensioni di dominio più abusate, secondo questa recente statistica sono i .science, i .study ed i .racing ad essere maggiormente veicolo di malware; ovviamente questo dato è solamente indicativo, e non significa che estensioni del genere non debbano essere utilizzate. Al limite, per infondere maggiore sicurezza agli utenti, ed evitare di essere assimilati a siti equivoci, in certi casi è possibile sfruttare estensioni alternative a parità di nome di dominio ed effettuare un classico redirect 301 su un dominio unificato.
In generale emerge inoltre che le estensioni lanciate in questo studio sono quelle più soggette a casi equivoci o potenzialmente rischiosi per l’utente, e che oltre l’80% dei domini di natura dubbia sono geograficamente concentrati in Cambogia