L’innovazione in quanto tale non può avere radici. Amarelli da oltre 300 anni dimostra il contrario. Si apre così l’intervista per la rubrica Storie di innovazione che OfficinaMps, il laboratorio permanente aperto a tutte le Startup che Monte dei Paschi di Siena sta raccogliendo in giro per l’Italia, a Pina e Margherita Amarelli, rispettivamente Presidente del Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli e responsabile marketing e commerciale dell’Azienda.
Tra i protagonisti della rubrica dedicata alle storie di innovazione anche l’Amministratore Delegato della Scuola Holden Mauro Berruto il quale, incontrando Margherita Amarelli e colpito dal carattere distintivo della storia aziendale, ha suggerito la finestra sull’esperienza imprenditoriale familiare e culturale di Corigliano-Rossano.
Un racconto emozionale che già spopola sul web: in pochi giorni, ha infatti duplicato le visualizzazioni delle altre interviste fatte ad altre eccellenze del Made in Italy.
Iniziata nel 1731, la storia di Amarelli – si legge nella prestigiosa rubrica di OfficinaMps – è iniziata proprio da un’innovazione: trasformare un prodotto agricolo, con tutti i suoi limiti, in un prodotto che si conservava a lungo e che poteva essere commercializzato nei mercati lontani. Un’invenzione eccezionale che dall’estremo del Sud Italia, all’inizio del ‘700, inaugura il concetto di produzione industriale, ancor prima della Rivoluzione Industriale in Inghilterra.
Radici fortemente connesse al territorio e confronto con altre realtà fuori dai confini regionali e nazionali, creatività sono la chiave di quella innovazione che per Amarelli non si è mai disgiunta dalla tradizione. Che non rende schiavi ma che fa da magazzino della memoria e dei valori, plus in più che ha fatto di Amarelli leader nel mercato globalizzato. – (Fonte: Museo Giorgio Amarelli – Comunicazione Istituzionale/Strategica – Lenin Montesanto Comunicazione & Lobbying)