Ritornare e restare al sud, nella propria terra, la Calabria, per contribuire alla sua rinascita tramite il recupero e la valorizzazione dei centri storici. È quanto ha deciso di fare, con gioia e consapevolezza, Francesca Felice, urbanista e responsabile di Nostos, progetto che prevede la creazione di una rete di alberghi diffusi per il rilancio delle aree centrali delle città.
Dopo una camminata tra salite, vicoli e scale io e Paolo entriamo in casa e veniamo accompagnati su un piccolo balcone che si affaccia sui monti e il mare di Corigliano-Rossano. Qui iniziamo subito a intervistare Francesca Felice, responsabile di Nostos. Ancora una volta, in Calabria, ci siamo mossi seguendo le indicazioni della “nostra” Cristiana Smurra e ancora una volta non siamo rimasti delusi dall’esperienza che grazie a lei abbiamo scoperto. Come nel caso di Lenin Montesanto, anche in questo caso è molto forte il tema del “tornare” e del “restare” in una terra che più di tutte le altre regioni italiane vive il dramma del continuo abbandono.
Francesca, Felice – di cognome e di fatto aggiungo io – ci racconta di come abbia deciso di sviluppare i suoi sogni e la sua professione in quel di Corigliano-Rossano. Dopo essersi laureata con il massimo dei voti a 24 anni presso l’università di Reggio Calabria, ha iniziato a lavorare nello studio di famiglia, rivoluzionandolo.
Accanto al suo mestiere di urbanista, inoltre, Francesca ha dato vita ad un progetto che lei stessa definisce “una scelta di vita”, incentrata sul ritorno alla terra, sull’identità e sul ritorno a un tempo vissuto diversamente, un tempo lento che non ha bisogno di ritmi veloci. In tempi di quarantene e coronavirus ci sembra una scelta quanto mai attuale.
«Il ritorno vissuto come scelta – ci racconta Francesca nella video-intervista che qui vi proponiamo – coinvolge sempre più persone ultimamente. Ciò avviene in contrapposizione con chi pensa che tornare sia un fallimento. Per questo ho deciso di fondare Nostos. Con questo termine greco si indica, infatti, proprio “il ritorno”. Il mio è un progetto territoriale che punta alla riqualificazione e valorizzazione dei centri storici e lo fa partendo da una analisi puntuale e tecnica. Per questo ho ritenuto opportuno mappare e censire una buona parte dei centri storici del nostro territorio. Abbiamo schedato ogni singola abitazione monitorando il livello di “degrado” esterno, l’eventuale presenza di abitanti o lo stato di abbandono, il contesto generale e ambientale e così via. Questi dati vengono poi incrociati con i dati ISTAT sull’andamento demografico della popolazione».
Spesso, infatti, chi torna ad abitare un borgo finisce con il vivere in qualche periferia più o meno degradata, mentre i centri storici restano vuoti e abbandonati. Nostos vuole invertire questo processo, riportando la vita nei centri storici partendo dal volano turistico. L’obiettivo, quindi, è la creazione di un vero e proprio albergo diffuso, che però permetta a quelli che Francesca definisce viaggiAttori, di vivere esperienze autentiche. Ecco perché, come urbanista, si è presto resa conto di come ristrutturare gli edifici sia un passo necessario ma non sufficiente. Bisogna conoscere lo stato dei luoghi e capire come renderli vivi e attivi.
«Abbiamo realizzato diverse iniziative in questo senso – continua Francesca – Tra queste mi piace citare le “invasioni dei centri storici”: associazioni, fotografi,artisti, architetti, geologi, insomma tutti coloro che vivono il territorio, invadono le strade del centro storico prendendo spunto da ciò che il centro offre. Case disabitate si trovano improvvisamente ad ospitare fotografi, designer e riprendono vita».In quest’ottica il patrimonio immobiliare disabitato smette di essere un problema e dischiude le sue potenzialità. Mentre si avvia il progetto di ristrutturazione si stimolano attività culturali, ricreative, culinarie.
Il progetto nasce nel 2014. Il primo comune interessato fu quello di Terravecchia. Francesca lo definisce come un «piccolo comune bellissimo, che si affaccia su Cariati e dista solo otto minuti di automobile dal mare».
Attualmente Nostos ha toccato trenta comuni della costa ionica. Il team di Nostos – tre o quattro persone a seconda dei periodi – lavora a stretto contatto con le amministrazioni che hanno sostenuto il progetto. L’essere urbanisti ne ha facilitato lo sviluppo.
Il progetto completo prevede tre fasi: lo studio analitico, i piani di ristrutturazione e recupero, i lavori veri e propri. Ovviamente ogni fase è notevolmente più costosa della precedente ed è per questo che molti comuni sono ancora alla prima o alla seconda fase. Ma questo non ha certo scoraggiato Francesca, che ritiene già fondamentale la prima fase al termine della quale viene organizzato un evento pubblico in cui vengono presentati i risultati della ricerca: una vera e propria fotografia del centro storico che coinvolge amministratori e abitanti del posto e mostra potenzialità e problematiche del comune in questione. Al momento il 60% delle abitazioni di molti di questi comuni sono disabitate. Il crollo di residenti è avvenuto soprattutto negli ultimi 20 anni. È ora di invertire il fenomeno!
Mentre Francesca mi parla, osservo il paesaggio che mi circonda, ripenso alle stradine che ho percorso per raggiungere la sua abitazione e penso a come sia rinfrancate sentire che chi sta lavorando sul recupero dei centri storici abbia scelto – e sia riuscito – a mettere in pratica questa stessa scelta nella propria vita.
Ovviamente non è tutto rose e fiori. Francesca ci racconta varie difficoltà ma ha scelto di affrontarle e di non lasciarsi scoraggiare. «Ho deciso di ritornare, di restare e di vivere qui. Ho scelto di investire le mie energie e la mia professionalità in questo territorio. Mi sono ispirata ai tempi. Il nostro patrimonio principale, secondo me consta nell’esistente. Ogni centro storico ha la sua chicca, ogni paese ha la sua sorpresa. È vero, vivere in un centro storico può comportare delle difficoltà di fluidità; ad esempio non puoi certo parcheggiare sotto casa, ma credo ci siano anche molti vantaggi. Vivi ritmi lenti, quando torni non hai bisogno di niente, frequenti il quartiere, fai la spesa sotto casa, dal fruttivendolo, non devi trascinarti le buste della spesa.
Nostos per me è stato una scelta di vita. Abbiamo avuto una bimba da poco, e abbiamo deciso di farla crescere qui, nel centro storico».
Ripartiamo e mentre percorriamo le vie del Paese, ripenso ai nuovi abitanti che stiamo incontrando (neo-residenti o neo-nati!), alle nuove avventure che questi stanno avviando e alle terre antiche, colte, pulsanti in cui vivono e in cui tradizioni e avanguardia ogni giorno si incontrano, proprio come boschi e case, mare e cielo. Dove ci troviamo? A Corigliano-Rossano, in Calabria, in Italia. In un’Italia che Cambia.