Il lato oscuro di una bella notizia: i “Bugs Bunny della tastiera” insultano Silvia Romano e accrescono il sentimento di vergogna

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E’ già da un pò di tempo che si sentono dire cose inutili sui social legate al coronavirus, dai finti virologi, dai cazzari ignoranti ai complottisti di un mondo in stile hollywoodiano, fino ad arrivare ai politici. Con il passare del tempo mi rendo conto di un fattore molto rilevante, ovvero che quando avviene un qualcosa di mediaticamente e socialmente importante, c’è sempre una parte della società italiana che inizia a sparare a zero e di conseguenza riesce a far vergognare quei pochi sani di mente, che invece hanno una capacità di analisi maggiore.

Il caso di Silvia Romano è l’ennesimo esempio per cui tutti ci dobbiamo vergognare di essere italiani per colpa di alcuni nostri connazionali dementi, poiché c’è chi è riuscito a macchiare in modo indelebile una notizia che tutti avrebbero dovuto accogliere con gioia e con grande orgoglio. Il giorno dell’arrivo di Silvia all’aeroporto di Roma ho scritto un articolo dal titolo “Grazie Silvia, sei l’Italia che tutti vorremmo raccontare”, con un chiaro riferimento dovuto alla gioia data dalla liberazione di una giovane ragazza, che in 18 mesi ha passato le pene dell’inferno.

Già alla scrittura di questo articolo sapevo che oltre ai pochi casi di un’Italia che tutti vorremmo raccontare, c’era anche l’Italia di cui nessuno vorrebbe mai parlare ed è quella a cui assistiamo ogni giorno, specialmente in questi tempi di pandemia, dove si potrebbero fare miliardi di esempi, tanto da uscire fuori dal tema di questo articolo, ma non mancherà il tempo nemmeno per continuare a parlare di questo (purtroppo).

Nel leggere certe dichiarazioni nei confronti di Silvia Romano da parte di numerosi conigli da tastiera, con tanto di affermazioni leghiste dettate da pazzie incredibili, si è manifestato nuovamente questo sentimento di vergogna. Per capire davvero questa situazione bisognerebbe aver vissuto un anno e mezzo in una foresta nelle grinfie di spietati rapitori, dove i vari “Bugs Bunny della tastiera” che scrivono cazzate online (gli stessi che votano Lega in Sicilia e che al posto di Silvia avrebbero avuto ogni giorno lo stronzo che gli leccava la mutanda), dovrebbero usare quei pochi neuroni rimasti per riflettere prima di schiacciare un tasto e formulare discorsi deliranti per attirare l’attenzione.

Oltre alla bella notizia di una liberazione di una nostra connazionale ci sono degli elementi che riguardano la privacy di questa persona, tra cui la sua conversione all’Islam, il cambio di nome da Silvia ad Aisha o i reali motivi della sua conversione. Tutto ciò non dovrebbe riguardarci e non dovrebbe essere materia esposta al giudizio altrui, ma dovrebbe essere nel solo interesse di chi sta svolgendo delle indagini. Del resto chi siamo noi per giudicare?

I tutto questo c’è anche la necessità di analizzare la tematica del riscatto, pagato dai nostri servizi segreti, con l’autorizzazione del governo. Già su questo avere una propria opinione risulta “più legittimo”, ma a tale proposito in quanti hanno provato davvero ad immedesimarsi? Da qui pongo una ulteriore domanda: “al posto di Silvia, avreste voluto che lo Stato pagasse il riscatto o avreste preferito beccarvi più di una pallottola in testa?” Quando siamo seduti a scrivere dietro i nostri computer, con il sederino quadrato a forma di sedia è facile parlare e diventare psicologi, esperti di legge, membri dell’intelligence o laureati in sindrome di Stoccolma, poiché fino a quando non sono le nostre chiappette ad essere portate in una foresta, che nel periodo del rapimento (come se non bastasse) è stata anche soggetta a terribili alluvioni, risulta chiaro che dalle mura della nostra casetta tutto il contesto cambia un bel pò.

Il fenomeno dei cazzari della tastiera purtroppo ci circonda ormai da diversi anni, ma quando certe dichiarazioni avvengono anche nel mondo della politica, allora dobbiamo iniziare seriamente a preoccuparci e pensare che siamo davvero senza speranze. Io nel mio piccolo, per una volta, ho fatto la scelta di limitarmi a parlare della liberazione di una giovane vita, a cui vorrei ricordare a molti che si trovava in loco per fare del volontariato e svolgere azioni di beneficenza, le classiche cose che non vengono mai apprezzate ma hanno un valore inestimabile, del resto nell’epoca più individualista della storia, dove l’obiettivo della maggior parte delle ragazze che hanno la stessa età di Silvia è quello di diventare l’avatar più somigliante a Chiara Ferragni, che cosa ci importa di chi pensa al prossimo?

Io rinnovo i miei ringraziamenti a Silvia per quello che ha fatto e per i rischi che si è presa e che ha subito sulla sua pelle, ribadendo quanto lei rientri in quei pochi contesti che non riguardano il lato oscuro del nostro paese, mentre per il resto mi limito a dire che come popolo italiano abbiamo portato a termine la missione di far assegnare la scorta a Liliana Segre, 90enne sopravvissuta all’olocausto, e adesso alla giovane Silvia Romano, uno dei pochi esempi da seguire. Complimenti a tutti.

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